Sembra che l’Arma abbia voluto seguire le strategie di marketing di altri dipartimenti di polizia. Dagli Stati Uniti all’Australia, passando per India e Sudamerica, sono numerose le unità di forze dell’ordine che sfruttano i social per comunicare. Gli account ufficiali offrono un’opportunità unica per migliorare la loro legittimità e reputazione: le piattaforme come Facebook e Twitter permettono alla polizia di comunicare direttamente con i cittadini, condividendo successi investigativi, allarmi di sicurezza e rispondendo rapidamente a emergenze. La visibilità sui social, però, espone anche a critiche più immediate e severe.
Meme e forze dell’ordine, un’arma a doppio taglio?
L’uso dei meme da parte delle forze dell’ordine solleva interrogativi sulla sua efficacia a lungo termine. Da un lato, l’approccio umoristico può umanizzare la polizia e attrarre un pubblico più giovane, come dimostrato dal successo della New South Wales Police in Australia su Twitter. Gli status e le risposte del dipartimento australiano sono diventati virali in più di un’occasione, ma di recente i post divertenti sono diminuiti. Dopo un’iniziale successo, in cui gli utenti si complimentano per il coraggio del social media manager o per le riprese di azioni di polizia, il sentiment pare destinato a cambiare. I follower arrivano a chiedere maggiore attenzione alla vita reale e non apprezzano i contenuti ironici, costringendo spesso gli account a modificare il tone of voice.
Gli investimenti sui social delle forze dell’ordine sono rischiosi, come dimostra uno dei primi fenomeni virali. Nel 2014, la campagna Twitter di New York Police Department per migliorare la propria immagine è fallita. L’idea era di chiedere agli utenti di postare foto insieme agli agenti utilizzando l’hashtag #myNYPD. Tuttavia, invece di foto positive, gli utenti hanno iniziato a condividere immagini che mostrano presunti abusi da parte della polizia. L’hashtag è presto diventato virale con contenuti negativi, mostrando situazioni ostili tra gli agenti e i cittadini. Nonostante ciò, il NYPD ha difeso l’iniziativa, dichiarando che Twitter offre un riunione aperto per lo scambio di idee non censurato. In questo contesto, è fondamentale che le forze dell’ordine mantengano una presenza social equilibrata. Non basta facilmente postare contenuti per ottenere like o engagement: è necessario instaurare un dialogo reale e autentico con la comunità, adottando protocolli specifici per eludere situazioni imbarazzanti o dannose per la reputazione. Creare dipartimenti specializzati in comunicazione social potrebbe aiutare a gestire la parte migliore questo delicato equilibrio.
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di Andrea Indiano www.wired.it 2024-09-20 12:00:00 ,