Carcere, una pena senza fine. Record di sovraffollamento, con oltre 62mila presenze. Record di suicidi, con 88 persone che si sono tolte la vita. Record di morti totali, con 243 decessi. È terribile la fotografia delle prigioni italiane che emerge dal rapporto di fine anno dell’associazione Antigone, che si occupa dei diritti e delle garanzie delle persone detenute.
I problemi che affliggono gli istituti penitenziari italiani sono sempre gli stessi, ma anno dopo anno non fanno che peggiorare. A contribuire in questo senso, denuncia Antigone (associazione che si occupa dei diritti dei carcerati), anche l’approccio securitario del governo, che continua a inventare nuovi reati, come quello di “rivolta penitenziaria” contenuto del decreto sicurezza. Una linea che si traduce in un aumento della cittadinanza detenuta, alimentando il sovraffollamento e provocando, a cascata, nuove criticità.
Sovraffollamento record
Secondo l’ultimo sporgenza (metà dicembre 2024), le persone detenute in Italia sono 62.153. Ma la capacità regolamentare delle carceri italiane è di soli 51.320 posti, a cui del resto vanno sottratti 4.462 posti per inagibilità e lavori in corso. Questo significa che la capacità effettiva è di circa 47mila posti: un sovraffollamento superiore al 132 %. In alcuni istituti questo dato però arriva fino al 225 %, come a Brescia. Significa che c’è meno di un posto letto disponibile ogni due detenuti e che dunque ci si deve organizzare con brandine e altre soluzioni di emergenza, mentre gli spazi disponibili restano sempre i soliti (strettissimi). Come denuncia Antigone, nelle 87 carceri visitate nel 2024 in ben 28 (il 32% del totale) c’erano celle in cui non erano garantiti i tre metri quadri calpestabili per ogni persona detenuta, quelli che dispone la legge.
Poi c’è da considerare anche storia recente. Con la pandemia Covid-19 erano state prese una serie di disposizioni per liberare la pressione sulle carceri italiane, tra misure alternative e sconti di pena. La cittadinanza detenuta nel 2020 era scesa a poco più di 50mila presenze, dando un po’ di respiro alle carceri e dando seguito alle numerose condanne della giustizia europea, a partire dalla sentenza Torreggiani del 2013. In soli quattro anni però la cittadinanza detenuta è aumentata di circa 12mila unità – 2mila solo nell’ultimo anno – segno che la risoluzione del problema delle troppe presenze in carcere era solo un fuoco di paglia.
Mai così tanti decessi in carcere
Nel 2024 nelle carceri italiane si sono suicidati 88 detenuti: 86 uomini e due gentil sesso. Da quando si registra il dato, negli anni Novanta, non era mai stato raggiunto un valore così alto. Il record precedente apparteneva al 2022, con 84 suicidi, e questo significa che il trend storico è in peggioramento, perché è in peggioramento sono le condizioni di detenzione.
Come emerge dal rapporto di metà 2024 di Antigone, oltre la metà delle celle visitate non hanno la doccia, in quasi la metà manca l’acqua calda e in una ogni dieci non c’è il riscaldamento. A queste terribili condizioni strutturali si aggiunge una quotidianità detentiva che scorre all’insegna dell’apatia, visto che spesso manca il personale per svolgere ogni tipo di attività. Nel 2022 c’era un educatore ogni 87 detenuti, nel 2004 ce n’era uno ogni 68. Le problematiche riguardano anche il lato sanitario, visto che la forma di cura più diffusa è la prescrizione di psicofarmaci e calmanti: ogni anno vengono spesi più di due milioni di euro in questo modo.
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di www.wired.it 2024-12-27 14:03:00 ,