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Samuele Ciambriello, ‘perdita vite non produce sussulti’
(ANSA) – NAPOLI, 11 SET – “Un 53enne, sposato e padre di
figli, si è impiccato ieri nel carcere di Ariano Irpino
(Avelino). Era lì da un mese, in attesa di giudizio, proveniente
dal carcere di Vibo Valentia. È il quinto suicidio nelle carceri
campane dall’inizio dell’anno, più un adolescente in una
comunità residenziale. In Italia siamo a 28 suicidi, fa sapere
il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello.
“La perdita di tali vite a un ritmo più che settimanale non
produce sussulti, non assume quel rilievo come tema, che nella
sua drammaticità dovrebbe avviare ad una effettiva riflessione
ed elaborazione delle marginalità individuali e sociali che la
nostra attuale organizzazione sociale produce”, aggiunge
Ciambriello secondo cui “il carcere serve a togliere la libertà,
non la vita”. “La politica ai vari livelli, la società civile
devono mettere in campo iniziative di una giustizia riparativa,
inclusiva, promuovere orizzonti, andare oltre le mura
dell’indifferenza Negli istituti di pena si concentrano gruppi
vulnerabili che sono tradizionalmente quelli in cui rientrano i
soggetti a rischio suicidario, ovvero giovani, persone con
disturbi mentali, persone socialmente isolate, con problemi
relazionali, di abuso di sostanze, e con storie di precedenti
comportamenti auto ed etero lesivi” afferma Ciambriello.
“Bisogna andare oltre l’attuazione di quel protocollo
anti-suicidario che si applica in condizioni normali, ma che non
dà buoni risultati in un’ottica che tenga conto della
complessità di queste vite e dei bisogni delle nuove utenze”
conclude il garante campano dei detenuti. (ANSA).
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