«In estate bisogna divertirsi e non stare chiusi in casa facendo gli esercizi». È lo sfogo di un giovanissimo studente della scuola media che scrive a Repubblica per denunciare «un’ingiustizia» ossia la «valanga» di esercizi estivi. Poche e sincere righe con cui il dodicenne esprime la sua insoddisfazione per un’estate che non sarà solo di riposo e gioco, magari di lettura in spiaggia con gli amici e di passeggiate in montagna, ma sarà anche di testa china sui libri. E così riapre il tema di ogni estate: compiti delle vacanze sì, compiti delle vacanze no?
Per il giovane studente, che tra poche settimane inizierà la seconda media, i compiti dovrebbero consistere in «qualche libro e scrivere cos’hai fatto durante le vacanze», dice serenamente. E spiega: «Secondo me dovrebbero darci libri e un diario in cui parlare delle avventure che abbiamo vissuto, andrebbe bene anche qualche esercizio però secondo me la quantità è esagerata».
Quantità che in alcuni casi è la somma dei compiti di più materie ma con le stesse scadenze: ossia il giorno in cui suona la prima campanella che quest’anno sarà mercoledì 11 settembre. Campanella che suona anche per i docenti, che di solito iniziano alcune settimane prima, ma non sembra così al giovane studente che incalza: «Mi sembra anche un’ingiustizia che i nostri professori danno tanti compiti e loro invece si fanno l’estate vera, dovrebbe essere uguale sia per gli studenti che per i professori. Nell’estate bisogna divertirsi e non stare chiusi in casa a fare gli esercizi».
Quello dei compiti delle vacanze è un tema che in Piemonte riguarda circa mezzo milione di studenti, che tra meno di quattro settimane dovranno tornare a scuola con tutti gli esercizi fatti.
A doversi necessariamente esercitare sono invece gli studenti piemontesi sui quali pende una “sospensione dal giudizio” alle superiori. Secondo i dati appena pubblicati dal ministero dell’Istruzione, si tratta del 19,4 % degli iscritti, percentuale in leggero aumento rispetto all’anno precedente (erano il 19,2 %). Si parla all’incirca di 28 mila studenti che dovranno rimboccarsi le maniche per ottenere la promozione. È una condizione che riguarda soprattutto gli allievi degli istituti tecnici (23,2 % di sospesi) e un po’ meno i liceali (17,6) e gli iscritti agli istituti professionali (16,2).
Rispetto all’anno passato, la percentuale dei respinti già a giugno in Piemonte è rimasta invariata: è pari al 6,1 % degli studenti delle superiori, una percentuale che scende nei licei (4 %) e sale in tecnici e professionali (entrambi all’8,3 %). Alle scuole medie i numeri sono più piccoli: il 2,6 % degli alunni piemontesi è stato bocciato. Peggio è andata solo alla Valle d’Aosta, dove i respinti sono stati il 2,8 %.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-08-17 07:12:24 ,torino.repubblica.it