“C’è anche un altro aspetto endogeno – aggiunge Tinacci – che deriva dal nostro percorso di trasformazione iniziato due anni fa: Casavo fin dall’inizio ha sempre comprato case per poi rivenderle generando una plusvalenza, un modello di business esclusivamente orientato al venditore e molto pesante; ma fin dall’inizio abbiamo avuto l’idea di costruire un marketplace di nuova generazione, dove fosse possibile vendere e comprare appartamenti online direttamente tra due soggetti che poi versano una normale commissione. Oggi metà del transato che passa sulla nostra piattaforma arriva dal business tradizionale, l’altra metà la generiamo mettendo semplicemente in contatto le due parti. Un lavoro più leggero di puro marketplace che ha minori necessità da un punto di vista di intensità operativa e occupazionale”.
Focus sul business più leggero
Ora l’obiettivo di Casavo è centrare la profittabilità e sviluppare la linea di business più leggera, potenziando l’algoritmo che promette di individuare l’acquirente-tipo per ogni dimora in cambio di una tradizionale commissione immobiliare. “Noi siamo in grado di tracciare i dati del venditore rispetto alla domanda del mercato. Facciamo una valutazione dell’appartamento che vuole vendere e proponiamo un nostro prezzo per l’acquisto, ma se il programma indica che ci sono potenziali acquirenti disposti a spendere di più li mettiamo in contatto”.
Capitolo a sé è l’espansione geografica, dopo aver congelato l’ingresso in Portogallo e l’espansione su nuove città della Spagna meridionale. A fine 2022 la società guidata da Tinacci ha chiuso l’acquisto di Proprioo, una proptech francese che aveva un modello di business diverso. “Adesso il nostro sforzo è concentrato sull’integrazione delle due realtà e omogeneizzare l’offerta. Arrivare a una piena integrazione è un percorso che vogliamo fare step by step e probabilmente richiederà tutto il 2023 e parte del 2024, anche perché parliamo di una società per niente piccola che vale il 30% come peso specifico sul nostro business”.
Per ora non è in programma nessun nuovo round di investimento, dopo che nel 2022 Casavo ha raccolto 400 milioni, 100 di equity e 300 di debito, portando a bordo anche Unicredit che ha investito 10 milioni per entrare nel libro soci della scaleup. “La Borsa sicuramente è uno scenario, ma non è il momento: lo vogliamo fare in modo consapevole e in una fase di maturità dell’azienda, anche dal punto di vista della profittabilità. Non ho la necessità né la volontà di trovare una exit, ma ho una responsabilità fiduciaria nei confronti dei fondi di investimento che hanno creduto in noi e che devono poter avere un ritorno sul capitale investito. Per Casavo – conclude il founder – sarà in ogni caso una alternativa per raccogliere risorse e consolidare la società”.
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di Michele Chicco www.wired.it 2023-04-14 04:50:00 ,