Poche righe non firmate compaiono su alcuni blog di area anarchica intorno all’ora di pranzo. “Riceviamo da mail anonima e pubblichiamo: Nella notte tra il 29 e il 30 gennaio sono state bruciate alcune macchine della polizia locale del Comune di Milano. Solidarietà ad Alfredo Cospito in sciopero della fame. Libertà per Anna, Juan, Ivan, Dayvid. Attacchiamo lo Stato”. L’ultimo slogan, che accredita la genuinità della rivendicazione, fa riferimento ad altri detenuti in sciopero della fame: l’anarchica torinese Anna Maria Beniamino (coimputata di Cospito con una richiesta pendente a 29 anni), lo spagnolo Juan Antonio Sorroche Fernandez, condannato a 28 anni per strage e attentato con finalità di terrorismo a Treviso, Ivan Alocco detenuto in Francia e il milanese Dayvid Ceccarelli in attesa di estradizione da Atene. Ma è un messaggio che non ha sigla né riferimenti alle modalità dell’incendio delle due auto del Comando di zona 5 di via Balilla, e lascia dubbi agli esperti dell’Antiterrorismo. “Potrebbe averlo scritto chiunque”, ragiona un investigatore.
Dall’altra parte del ponte un secondo lenzuolo firmato Giovani Palestinesi reclamava “Libertà per Ahmad”, al secolo Ahmad Sa’adat, segretario generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. Il che conduce a una seconda singolare coincidenza. Domenica sera una residente in una delle torri bianche del Gratosoglio aveva chiamato il 112 per segnalare che alcuni giovani maghrebini preparavano in strada alcune bottiglie incendiarie, poi nascoste frettolosamente in un sacchetto dell’Esselunga e portate via quando gli autori si sono accorti della ragazza alla finestra. La gazzella dei carabinieri intervenuta sul posto aveva trovato una bottiglia vuota e un estintore abbandonati su un prato. E nella tarda mattinata di ieri, subito dopo il rogo alle pattuglie dei ghisa, investigatori della Digos avevano trovato cinque bottiglie di birra piene d’alcol e con lo stoppino già pronto, abbandonate in un sacchetto dell’Esselunga in zona Chiesa Rossa. Un primo confronto informale tra i vetri avrebbe escluso che le molotov possano avere la stessa origine.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-02-01 08:17:04 ,milano.repubblica.it