Sulla scia delle polemiche continua a salire la quotazione di una copia a ciclostile del volantino originale con il quale le Brigate Rosse annunciarono il rapimento di Aldo Moro e l’uccisione della sua scorta in via Fani il 16 marzo 1978. Per il lotto numero 43 del catalogo “Autografi & Memorabilia” proposto con una vendita online dalla dimora d’aste Bertolami Fine Arts di Roma sono arrivate finora 34 proposte d’acquisto e il volantino ha già più che quintuplicato la sua stima più alta (circa 1.500 euro). Partito da una base di 600 euro, l’offerta più alta si attesta ora a 8.000 euro, come ha appreso l’Adnkronos. E la corsa del prezzo della quotazione è destinata ancora a salire con molta probabilità, visto che l’asta si chiuderà il 18 gennaio alle ore 15.
Non è la prima volta che documenti degli anni di Piombo vanno all’asta. Il 29 maro 2012 la dimora d’aste Bolaffi di Torino nella sua sede di Milano mise in vendita 17 volantini e comunicati ciclostilati delle Brigate Rosse, risalenti al periodo 1974-1978, fra i quali anche il comunicato numero 6 del 15 aprile 1978, tristemente noto perchè annunciava la condanna a morte di Aldo Moro: “L’interrogatorio al prigioniero Aldo Moro è terminato… – si legge nel testo dei terroristi – Stendere una cappa di terrore controrivoluzionario sull’intera società è l’unico sistema con cui questo Stato, questo regime Dc sorretto dall’infame complicità dei partiti cosiddetti di ‘sinistra’ vorrebbe soffocare ed allontanare lo spettro di un giudizio storico che il proletariato ha già decretato… Per quel che ci riguarda il processo ad Aldo Moro finisce qui… Aldo Moro è colpevole e viene condannato a morte”.
Il lotto di 17 volantini, che erano tra quelli distribuiti dai fiancheggiatori delle Br davanti alle fabbriche, partito da una base di 1.500 euro raggiunse i 17mila euro: fu acquistato dalla Fondazione Biblioteca di Via Senato a Milano ideata e presieduta dall’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri.
Mentre continuano a fioccare le prese di posizione di indignazione da parte di numerosi esponenti politici e si annunciano interrogazioni parlamentari, la dimora d’aste Bertolami Fine Art cerca di gettare acqua sul fuoco delle polemiche. “I collezionisti di documenti storici non sono speculatori, né volgari voyeur. Sono al contrario degli appassionati di storia, persone che la storia la studiano e la rispettano e che, talvolta, grazie alle loro piccole scoperte, contribuiscono anche a ricostruirla. È facile prevedere che chi comprerà quel foglio lo conserverà come una reliquia, una testimonianza dolorosa quanto ricercata della memoria della nostra comunità”, ha detto Giuseppe Bertolami, amministratore unico della dimora d’aste.
Nel frattempo la Direzione Generale Archivi del Ministero della Cultura, guidato da Dario Franceschini ha disposto una verifica sul ciclostile del ‘Comunicato n.1’ delle Brigate Rosse al fine di verificarne la peculiarità e l’interesse. Nel fascicolo “Moro uno” della Corte di Assise di Roma, studiato e digitalizzato dalla stessa Direzione Generale Archivi nell’ambito del “Progetto Moro”, risultano già presenti infatti 41 esemplari ciclostilati originali del ‘Comunicato n. 1’. “Tali esemplari sono l’esito di consegne da parte dei destinatari alla Questura oppure di sequestri. Alcuni risultano incompleti e non tutti sono nello stesso stato di conservazione”, ha scritto il ministero in una nota.
Il volantino (misura cm.33×22), con 80 righe di testo scritte su entrambe, al centro delle polemiche in questi giorni fu distribuito all’indomani del rapimento dello statista democristiano. Bertolami Fine Arts, interpellata dall’Adnkronos, ha precisato che l’esemplare in vendita è una delle numerose copie del volantino che furono distribuite dai militanti del gruppo terroristico in quel marzo di 44 anni fa.
Così la dimora d’aste Bertolami descrive il lotto: “Drammatico testo di propaganda, redatto e fatto pervenire alle organizzazioni giornalistiche perché divulgassero le motivazioni del rapimento, e le ragioni politiche di lotta di classe che spingevano la rivoluzione brigatista negli anni ’70 ad essere così violenta”.
Il volantino con intestazione Brigate Rosse e la stella a cinque punte all’interno di un cerchio, inizia recitando: “Giovedì 16 marzo un nucleo armato delle Brigate Rosse ha catturato e rinchiuso in un carcere del popolo Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana…” E si chiude con la data “16/3/78” e la firma “Per il Comunismo Brigate Rosse”.
(di Paolo Martini)
Source link
di [email protected] (Web Info)
www.adnkronos.com
2022-01-06 17:41:09 ,