Castellammare. Intascavano rimborsi gonfiati, Fincantieri licenzia tre dirigenti – Metropolisweb

Castellammare. Intascavano rimborsi gonfiati, Fincantieri licenzia tre dirigenti – Metropolisweb

Castellammare. Intascavano rimborsi gonfiati, Fincantieri licenzia tre dirigenti – Metropolisweb


Sono accusati di aver chiesto rimborsi per spese fittizie e, in alcuni casi, di essersi fatti pagare in nero le spese dei viaggi dagli operai, intascando anche i soldi garantiti dall’azienda. Per questo motivo, negli ultimi due mesi, Fincantieri ha proceduto al licenziamento di tre capi-prodotto di Castellammare di Stabia e congelato le posizioni di altri due impiegati, in attesa di completare le verifiche.Una questione che sta tenendo banco all’interno dello stabilimento di piazzale Amendola, dove la vicenda dei dipendenti che hanno perso il posto di lavoro, a seguito dei controlli fatti dalla società sui rimborsi spesa, ha lasciato a bocca aperta anche i lavoratori.Nel cantiere stabiese c’è poca voglia di parlare dell’argomento. Chi li difende sostiene: «Si tratta di poche centinaia di euro, potrebbe essersi trattato di errori nella rendicontazione. Si poteva risolvere senza arrivare alla misura drastica del licenziamento». Ma non manca chi sostiene: «Purtroppo si tratta di cose gravi per l’azienda».Il problema riguarda la gestione dei rimborsi spese che vengono garantiti ai capi-prodotto, che per lavoro sono costretti a trasferirsi per alcuni periodi in altri cantieri navali del gruppo. Fincantieri – oltre agli incentivi previsti dai contratti – mette a disposizione una serie di benefit, tra cui l’auto aziendale e le spese pagate per i viaggi. Basta rendicontare gli scontrini all’amministrazione e automaticamente la società provvede a rimborsarle direttamente in busta paga.Nel caso degli impiegati di Castellammare di Stabia sarebbero spuntate alcune anomalie. A cominciare dalle richieste di rimborso presentate per spese che sarebbero state sostenute, nello stesso orario in cui in realtà il dipendente risultava al suo posto in ufficio. Da quel momento si è cominciato ad approfondire su alcune fatture gonfiate per il carburante e da lì su tutti gli scontrini presentati per il ristoro delle più disparate spese fatte dai lavoratori. In un caso, addirittura, s’ipotizza che un dirigente si facesse pagare a nero le spese di viaggio da alcuni operai – mettendo a disposizione l’auto aziendale – pur intascando i rimborsi spese dall’azienda.Una sfilza di tante piccole anomalie che in ogni caso finivano per gravare sul bilancio della società, ma soprattutto andavano a scapito della stragrande maggioranza dei dipendenti rispettosi delle regole quando si trattava di rendicontare.

I capi-prodotto che avrebbero gonfiato le richieste di rimborso spese sono stati anche convocati in azienda, a Trieste, ma a quanto pare non tutti sarebbero riusciti a dare spiegazioni rispetto ai soldi incassati indebitamente. Per questo motivo l’azienda ha proceduto, nel giro di un mese, con i licenziamenti.




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di Tiziano Valle
www.metropolisweb.it
2022-03-05 07:05:08 ,

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