Il 20 gennaio 2023, alle prime ore del mattino, un medico ha registrato il decesso di un uomo di nome Jesse Kipf per “sindrome da distress respiratorio acuto”, causata dal Covid-19. Nello stesso giorno un fruitore conosciuto come Free Radical ha condiviso il certificato di morte dell’uomo in rete, così da dimostrare di avere accesso al sistema di registrazione dei decessi delle Hawaii. Nel farlo, però, ha tralasciato qualche dettaglio che gli è costato caro: lo screenshot del atto, infatti, conteneva alcune informazioni che hanno permesso all’analista di cyberminacce Austin Larsen di capire che il sito del governo delle Hawaii era stato violato.
E così, da quando Larsen si è messo in contatto con i funzionari del paese, un’indagine accurata ha scoperto che a caricare nei sistemi il certificato di morte del signor Jesse Kipf era stato lo stesso Jesse Kipf, presunto deceduto. Ma chi è davvero quest’uomo? Secondo quanto riferito dalle autorità, si tratterebbe di un cybercriminale seriale con “un’ampia consapevolezza tecnica per guadagnarsi da vivere rubando agli altri“. Eppure, viene difficile credere che un cracker tanto esperto sia riuscito a farsi beccare per aver utilizzato la connessione internet della sua casa in Kentucky, dimenticando di utilizzare una VPN, per caricare il suo certificato di morte fasullo nei registri delle Hawaii. Un errore che ha portato le forze dell’ordine direttamente alla sua porta.
Kipf ha violato i sistemi informatici di tre stati degli Stati Uniti, nonché di due fornitori di grandi catene alberghiere. A questi crimini, chiaramente, si aggiunge anche la violazione dei sistemi del Dipartimento della Salute delle Hawaii, a cui sarebbe riuscito ad accedere utilizzando le credenziali rubate dal computer di un medico locale, infettato da un malware. E non è tutto. A quanto pare, infatti, Kipf è stato complice di altri grossi cyberattacchi – come quello al colosso delle spedizioni Ups, per esempio – fornendo ad altri pirati informatici le credenziali sottratte alle vittime utilizzando malware di ogni genere. Insomma, una lunga lista di reati, che ha portato il criminale ad ammettere di aver causato quasi 80.000 dollari di danni al governo e alle aziende che ha colpito.
Quello di cui Jesse Kipf sembra avere più paura, però, non è la legge. Bensì la sua ex moglie. Tanto da aver deliberato di fingersi deceduto per non versare i 116.000 dollari di mantenimento che le spettano.