«Cautela sulle modifiche. Interverremo su mafiosità e flagranza»- Corriere.it

«Cautela sulle modifiche. Interverremo su mafiosità e flagranza»- Corriere.it

Author: Adriana Logroscino
Data : 2023-01-15 22:49:55
Dominio: www.corriere.it
Leggi la notizia su: Corriere.it – Politica
LEGGI TUTTO


di Adriana Logroscino

Il viceministro alla Giustizia: «No a salti nel vuoto, serve un’operazione verità sulle critiche alla legge»

«Non ho mai visto una riforma immediatamente perfetta. Al ministero stiamo lavorando su due soli correttivi. Le altre ipotesi circolate sono opinioni personali». Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia, esponente di lungo corso di Forza Italia, già sottosegretario nel governo Draghi, difende la riforma Cartabia. O, come rivendica, «faccio un’operazione verità».

Viceministro, la riforma del processo penale recentemente approvata espone al rischio che non si possa procedere d’ufficio neppure contro reati in ambito mafioso?

«Prima di tutto, bisogna chiarire: nessuno si può permettere di dire che la riforma Cartabia favorisca i criminali, e tanto meno i mafiosi. È un’illazione da respingere al mittente. Di più, è una calunnia. E il ministero, fermi gli interventi indispensabili, sostiene convintamente la riforma».

Tuttavia una revisione dell’impianto si impone per via di una serie di criticità emerse. È stato lo stesso Nordio ad annunciare interventi normativi.

«Certo. È necessario intervenire con qualche correttivo puntuale per colmare alcune lacune emerse in queste prime settimane di vigenza: isolate criticità. Tutte le riforme, del resto, hanno una fase di assestamento. Nessuna nasce perfetta. Ma non va dimenticato che le riforme strutturali del processo penale e civile sono state già avallate dalla Commissione europea e legittimano l’erogazione delle risorse del Pnrr. Qualsiasi modifica dovrà essere cauta, passare attraverso questa consapevolezza».

Nel merito, interverrete escludendo dalla procedibilità solo su querela in caso di aggravante mafiosa o modificherete l’elenco dei reati?

«Stiamo lavorando su due aspetti. Evitare che la procedibilità a querela possa riguardare anche ipotesi di reato in contesto mafioso. Una strada potrebbe essere quella di definire che tutte le volte che si contesta l’aggravante mafiosa, si proceda d’ufficio. Stiamo cercando la miglior quadratura perché non si lascino scoperti ulteriori aspetti della riforma. Senza stravolgimenti».

E il secondo aspetto su cui interverrete?

«Il secondo problema emerso riguarda l’arresto in flagranza. Se il reato è tra quelli per cui si procede di seguito a querela, come arrestare il responsabile colto in flagranza? La soluzione potrebbe essere che la querela non sia indispensabile per l’arresto, ma per l’emissione del provvedimento cautelare da parte del giudice: si avrebbe così il tempo necessario per individuare la vittima del reato e perché possa denunciare».

Non prevede nessun intervento sull’elenco di reati, come l’appropriazione indebita o il sequestro di persona, per evitare il rischio di improcedibilità o di scarcerazione?

«Allo stato, sul tavolo non ci sono ipotesi di questo tipo. Per questo parlo di operazione verità: la linea del ministero è quella di intervenire su due punti comunicati, importanti ma definiti, cioè mafiosità e arresto in flagranza. Niente salti in avanti. È utile poi far notare che nel sistema sono già molti e da moltissimo tempo, fin dal codice Rocco, i reati per i quali si procede solo a querela di parte. E nessuno se n’è mai lamentato. Chi solleva ora il problema non lo fa per ragioni tecniche ma per una evidente strumentalizzazione politica».

Sulla giustizia, però, affiorano quelle sensibilità diverse tra le forze di maggioranza, di cui spesso si parla: c’è distanza tra la linea securitaria di FdI e Lega e quella ipergarantista del suo partito?

«Ma no. Forza Italia è perfettamente allineata al ministro Nordio. Nel dibattito possono emergere punti di vista differenti, è fisiologico e utile, ma non esiste tensione. Siamo tutti concordi nel perseguire una rinnovata centralità delle garanzie al cittadino. Vogliamo una giustizia amica delle persone perbene, che non devono aver paura di avvicinarsi alle aule dei tribunali. Vogliamo un processo che riacquisti il giusto equilibrio tra accusa e difesa, un equilibrio che si è perso in decenni di sistema pm-centrico. La terzietà del giudice è un bene pregiato da custodire».

15 gennaio 2023 (modifica il 15 gennaio 2023 | 23:49)

Previous Papa Francesco: “Bisogna imparare a farsi da parte al momento giusto”

Leave Your Comment