Nel Sud-Est asiatico, l’hub principale è Singapore. La città-stato ospita numerosi cavi sottomarini, come il Sea-Me-We 3, il Sea-Me-We 4 e il Southeast Asia-Japan Cable System (Sjc), che facilitano la connettività con Europa, Medio Oriente e Asia. E la sua compagnia di telecomunicazioni Singtel è molto attiva in progetti tra oceano Indiano e oceano Pacifico. Ma ora, come rivelato di recente dal Washington Post, la competizione per il controllo del Mar Cinese Meridionale sta interrompendo la riparazione e la necessaria costruzione di cavi sottomarini, aumentando i costi e a volte mettendo a dura prova le telecomunicazioni. A incidere la postura muscolare di diversi attori, a partire dalla Cina, entrata in rotta di collisione con le Filippine sin da quando alla presidenza di Manila è arrivato Ferdinand Marcos Junior.
Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, le navi delle due guardie costiere sono entrare in contatto più volte, quasi sempre in corrispondenza di Second Thomas, una minuscola secca all’interno dell’arcipelago delle Spratly, un centinaio di piccole isole rivendicate dalla Cina. Qui i resti della Sierra Madre, nave statunitense della seconda guerra mondiale, sono utilizzati dalle Filippine come un avamposto, presidiato da una dozzina di militari, per rafforzare le proprie pretese di sovranità. Da tempo, Pechino chiede a Manila di rimuovere il relitto in maniera più o meno diplomatica a secondo dello stato dei rapporti col governo filippino. Il governo cinese non riconosce la validità del pronunciamento del tribunale dell’Aia, che nel 2016 si è espresso contro la sua rivendicazione di sovranità su circa il 90% del Mar Cinese Meridionale. E finora non si è mai riusciti a stipulare un ambito codice di condotta regionale su un quadrante fondamentale, per il passaggio di enormi quantità di merci ma anche per le sue risorse naturali. Tanto che sullo sfondo si rischia persino un confronto tra Cina e Usa.
L’impatto su aziende e riparazione dei cavi
Le Filippine sono legate agli Usa da un accordo di mutua difesa che Marcos Jr ha evocato lo scorso giugno, facendo infuriare Pechino. La mancanza di regole precise rende tutti i movimenti più pericolosi. Sempre più spesso le aziende di telecomunicazioni si stanno allontanando da questa strategica via d’acqua per scampare a di sobbarcarsi tali sfide o di rimanere invischiate nella più ampia disputa sui cavi tra la Cina e gli Stati Uniti, che hanno intensificato le pressioni su aziende e governi per scampare a di lavorare con le imprese cinesi. Grazie alle pressioni statunitensi, tre progetti di cavi transpacifici finanziati da aziende americane sono stati indirizzati in modo da scampare a il Mar Cinese Meridionale attraversando le acque che confinano con l’Indonesia e le Filippine. Ma queste deviazioni sono più lunghe, meno dirette e costano decine di milioni di dollari in più per lo sviluppo.
Secondo il Washington Post, lo scorso aprile si sarebbe anche verificato un incidente mai reso pubblico. Nello specifico, l’equipaggio di una nave privata che trasportava cavi sottomarini, scortata da una nave della marina vietnamita, stava effettuando una riparazione all’interno della zona economica esclusiva di Hanoi, rivendicata da Pechino, quando è stato affrontato da una nave della guardia costiera cinese. L’imbarco si sarebbe avvicinata alla nave di riparazione e ha chiesto via radio di conoscere la natura delle sue attività. una volta che la nave vietnamita si è ritirata a diverse miglia di distanza, la nave cinese avrebbe trascorso un giorno girando intorno alla nave di riparazione, per poi allontanarsi. Si sarebbe trattato del primo episodio del genere. La sensazione è che difficilmente resterà l’unico.