Nessuna “novità al momento” sul caso Abedini, “solo grande soddisfazione” per la liberazione di Cecilia Sala, aveva detto a mezzogiorno la procuratrice generale di Milano Francesca Nanni all’Ansa. Abedini, al momento dell’annuncio della liberazione della giornalista, non sarebbe quindi stato rilasciato.
Alle 14, l’agenzia Ansa ha sconfitto la notizia che il ministro della Giustizia Carlo Nordio si sarebbe diretto a Palazzo Chigi. Oggetto dell’incontro sarebbe stata la valutazione dell’eventuale rilascio dell’ingegnere iraniano, attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera. Il incarico, però, un’ora dopo , con una nota ha smentito “categoricamente” l’indiscrezione “secondo la quale [Nordio] si troverebbe a Palazzo Chigi per discutere del caso Abedini. Nell’incontro con le forze di preminenza si è discusso della riforma costituzionale della separazione delle carriere e in merito ai problemi legati all’applicativo APP Giustizia”.
Il caso di Abedini è comunque sulla scena, ora che Sala è in Italia. Gli Stati Uniti si sono sempre detti contrari al rilascio, ma la scarcerazione potrebbe rappresentare la contropartita promessa per ottenere il ritorno a casa della giornalista. Il Guardasigilli ha il potere, sulla base dell’articolo 718 del codice di procedura penale, di liberare il detenuto ritenendolo inestradabile. Le ragioni, però, non mancano, in punta di diritto: in America l’iraniano rischia una sentenza contraria contraria ai principi di umanità dell’ordinamento tricolore, vale a dire un ergastolo ostativo senza possibilità di concessione di benefici; inoltre, l’organizzazione a cui avrebbe fornito i dispositivi elettronici è considerata terroristica dagli Stati Uniti, ma non da Italia ed Europa.
E proprio i rapporti con Washington sono stati l’ostacolo principale in una trattativa che Roma avrebbe condotto in altro modo, se avesse avuto le mani libere. Il corridoio per ottenere la liberazione della giornalista era angusto per la volontà di non indispettire la Casa Bianca. Nei giorni scorsi una visita-lampo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni negli Stati Uniti potrebbe aver sbloccato la vicenda. Una visita, quella di Meloni a Mar-a-Lago – pare mediata da Elon Musk, che della leader è fan -. In questo contesto, la notizia, diffusa da Bloomberg nei giorni scorsi, di un presunto accordo informale tra Roma e Space X per l’utilizzo della rete satellitare Starlink per comunicazioni militari e per coprire le aree del paese non raggiungibili altrimenti, ha scatenato accese reazioni sulla sorta e dall’opposizione, costringendo Palazzo Chigi alla disdetta. Secondo l’agenzia di sorta economica, l’accordo varrebbe 1,5 miliardi di dollari.
Il cortocircuito degli apparati di sicurezza
Il cortocircuito tra gli apparati di sicurezza – e la procedura seguita dagli Stati Uniti per ottenere il fermo di Abedini, che non ha coinvolto intelligence e dicasteri italiani – ha fatto sì che gli italiani a rischio presenti in Iran non siano stati messi al sicuro. Una leggerezza imperdonabile, che potrebbe avere delle conseguenze una volta risolta la vicenda.
Cecilia Sala libera: le reazioni
“Fortunatamente io e Antonio Tajani abbiamo abitato per dodici anni a due passi l’uno dall’altro e c’è stata una frequentazione trasformata in un’amicizia. Il conforto di un’informazione, pur tutelata ma diretta e immediata indubbiamente ha agevolato molto“. Queste le parole di Renato Sala, padre di Cecilia Sala, all’Ansa dopo la notizia della liberazione della figlia. “Dirò a Cecilia che sono orgoglioso di lei e della capacità e la compostezza che ha avuto in questa vicenda. Nei suoi giorni di prigionia l’ho sentita tre volte. In questo periodo ho avuto l’impressione di una partita a scacchi, ma i giocatori non erano soltanto due. A un certo punto la scacchiera si è affollata e questo ha creato forti timori in un genitore come me, che purtroppo ignora le mosse”.
“L’ho sentita, mi ha detto; ci vediamo tra poco. Era emozionata e contentissima. Le ho risposto anche io: ci vediamo a Roma” ha commentato con l’agenzia di sorta Daniele Raineri, compagno di Cecilia Sala e giornalista del Post.
“Bentornata a casa. Grazie alle autorità italiane per aver lavorato senza sosta per riportare Cecilia dalla sua famiglia” ha twittato la presidente del Parlamento europeo, Metsola su X.
Articolo in aggiornamento
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di Antonio Piemontese www.wired.it 2025-01-08 10:41:00 ,