In vista di cenoni natalizi e reunion con amici e parenti, la corsa ai tamponi è appena cominciata. Chi avrà stretta necessità di sottoporsi a un test per accertarsi della negatività a Covid-19 saranno i non vaccinati, chiamati a garantire una sicurezza per se stessi e per gli altri soprattutto in situazioni di incontro e festeggiamento. Gli immunizzati con due o tre dosi non dovranno necessariamente correre in farmacia per un test rapido o in laboratorio per un molecolare: sono protetti dalla malattia grave in percentuali ancora alte. Come è ormai noto però possono infettarsi e infettare anche se in modo lieve ed è per questo che tutti coloro che dovranno passare le feste con soggetti particolarmente fragili potranno pensare di ricorrere al tampone come forma di sicurezza in più. Su questo fronte il governo sta ancora capendo cosa sia meglio fare. Nel pacchetto delle prossime restrizioni natalizie, da decidere il 23 dicembre, c’è anche l’ipotesi del tampone ai vaccinati nei luoghi di svago e grandi eventi. Nel frattempo le file in farmacia si allungano e la minaccia della più contagiosa variante Omicron, insieme all’attuale dominante Delta, pongono ancora una volta la domanda su quale test sia più affidabile per ottenere un esito il più possibile certo.
Rapido e molecolare: la differenza
Il tampone antigenico rapido è un test che, come suggerisce il nome, cerca l’antigene e cioè la proteina presente sulla superficie del virus che, nel caso di Covid-19, è la proteina Spike. La presenza del virus è rilevata quindi tramite la reazione tra l’antigene, eventualmente presente nell’organismo, e l’anticorpo, presente all’interno del test. Il virus viene cercato nel muco nasale o nella parte profonda della bocca, la faringe, con l’inserimento di un cotton fioc. In circa 15 minuti si ottiene un risultato qualitativo con esito di positività o negatività. Il tampone molecolare, come il rapido, viene eseguito su un campione delle alte vie respiratorie, preferibilmente dalla mucosa naso-faringea. Si tratta di un test in grado di rilevare i frammenti di RNA del virus e cioè la struttura molecolare di Covid-19, il suo genoma. Dopo la fase estrattiva il tampone viene inserito in un liquido che fa da terreno di trasporto adatto a mantenere la vitalità del virus. Nella fase successiva verrà sigillato e trasportato a temperatura controllata direttamente in un laboratorio di microbiologia. A questo punto il campione estratto viene sottoposto a una metodica di biologia molecolare che consente l‘amplificazione del genoma, in questo caso RNA, e l’individuazione dell’eventuale presenza di SARS-CoV-2. La risposta di un molecolare attualmente è disponibile dopo le 24/48 ore dall’effettuazione. Dopo l’arrivo in laboratorio, l’esecuzione delle analisi descritte richiede un tempo minimo di circa 3-5 ore.
Quale è meglio fare?
Descritti i procedimenti dell’esecuzione dei due test, il tipo di tampone ad oggi più efficace per individuare il virus e quindi anche le sue varianti rimane quello molecolare. Come si è accennato prima, l’esito garantito dal tampone rapido è di tipo quantitativo: questo vuol dire che qualora la carica virale sia bassa, l’antigenico potrebbe non riuscire a rilevare l’infezione, anche se presente. In questo caso si parlerebbe di falso negativo. Uno dei rischi più frequenti dato dai test rapidi e che ne minano la percentuale di affidabilità. Si parla di un range che va dal 30% al 50% contro il 90%–100% dei test molecolari. «I rapidi sono il vero tallone d’Achille perché nel migliore dei casi lasciano scoperto un 30% di falsi negativi, quindi infetti che acquisiscono il Green pass e contagiano mediamente tra le 6 e le 7 persone, determinando un meccanismo di crescita», spiegava qualche settimana fa il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi. Sui molecolari il virologo e direttore del Cnr di Pavia Giovanni Maga non ha invece dubbi: «Hanno il 100% di affidabilità che cala al 95% se viene praticato soltanto in gola. Parliamo del test più affidabile in assoluto che dà sicurezza nel rilevare anche una bassa carica virale, e pure per il tasso di precisione. Per cui ha pochi falsi negativi».
Quanto tempo prima del cenone?
La finestra temporale in cui il virus comincia ad essere individuabile a seguito di un contatto con un positivo va dalle 24 ore ai 5 giorni dopo. L’ideale quindi per gli esperti sarebbe sottoporsi a un primo test di verifica a 48 ore dal possibile contagio per poi ripeterlo dopo 5 giorni. Se il test viene fatto troppo presto sia in caso di rapido che di molecolare il rischio è quello di un falso negativo. Per quanto riguarda le feste natalizie, l’ideale sarà fare il tampone (possibilmente molecolare) a ridosso dell’evento in famiglia o tra amici. L’indicazione attuale del Green pass “base”, e cioè della Carta verde che ha ancora mantenuto l’opzione del tampone oltre a quella dei vaccini e dell’avvenuta guarigione, è di una validità di 48 ore per i rapidi e di 72 ore per i molecolari.
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Scritto da Giada Giorgi perwww.open.online il 2021-12-22 08:31:39 ,