Lo scatto alle 7 del mattino ad Assago e il commento del leader di Azione: «Cosa non si fa per ogni singolo voto». Ma i milanesi gli ricordano che la nebbia «è un‘altra cosa»
L’immagine è invernale: cielo coperto, aria mattutina, una figura scura si staglia nel grigio. È l’alba milanese di Carlo Calenda, in città per una serie di iniziative politiche. Il commento del leader di Azione è quasi lirico: «7 del mattino ad Assago. La nebbia che si fende col coltello. Cosa non si fa per ogni singolo voto». Dietro di lui un’edicola alla sua destra, delle auto in un parcheggio, gli alberi, le case in lontananza. Per un milanese quella non è certo la Scighera (il termine in dialetto per descrivere la nebbia che davvero non ti permette di vedere a un passo, che si «fende con un coltello» appunto). Ma non è neanche il nebiun, una sfumatura linguistica per descrivere una variante forse più light del fenomeno meteorologico padano. Non solo, da anni in città c’è chi rimpiange i tempi in cui davvero Milano si svegliava nel nulla e sono in molti a ricordare che ormai la nebbia non esiste proprio più.
E così che, l’immagine invernale del leader di Azione a caccia di ogni singolo voto, diventa oggetto di ironie e precisazioni. Ovviamente sui social, dove Calenda l’ha postata. «Carlo, solo un romano può pensare che ci sia la nebbia», si legge su Instagram. E poi: «Ci sono almeno 100 metri di visibilità». Un concittadino trapiantato nel Nord…
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Data : 2024-01-12 09:25:24
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