Digitalizzare: l’imperativo nel mondo della moda non è mai stato più forte. Che si tratti di un pantalone o di una camicia, quelle che fino a pochi anni fa erano considerate vaghe opportunità tanto per le aziende del settore quanto per i consumatori, oggi sono traguardi imminenti.
Nel marzo 2022, infatti, la Commissione Europea ha pubblicato la “Strategia dell’UE per prodotti tessili sostenibili e circolari”, con l’obiettivo di creare un quadro legislativo e una visione coerenti con la transizione del settore. Passo decisivo sarà l’introduzione di un passaporto digitale dei prodotti tessili, contenente informazioni obbligatorie relative alla circolarità e ad altri aspetti ambientali, che sarà obbligatorio per tutti i prodotti tessili venduti nell’Ue entro il 2030. In altre parole, spiega Michele Casucci, General Manager e inventore di Certilogo: “grazie alla legislazione imminente, carta d’identità digitale dei prodotti e passaporti dei prodotti digitali non sono più considerati un di più “bello da avere” ma stanno diventando un vero “must have”.
Capi autentici e tracciabili
Nata nel 2006 Certilogo, che opera nel campo dell’abbigliamento di lusso, offre una soluzione in grado di collegare brand e consumatore tramite il prodotto fisico, ma in via digitale. L’idea di Casucci è stata frutto di una crescente diffusione sul mercato di prodotti di marca contraffatti, legati all’ascesa dell’e-commerce, e il conseguente rischio di acquisti accidentali di prodotti ben lontani dall’artigianalità, dall’estro e dalla qualità desiderati dall’acquirente. Non esistendo mezzi perché un consumatore potesse verificare l’autenticità di un prodotto in modo semplice, affidabile, e istantaneo, spiega il inventore di Certilogo, ha colmato il vuoto con un servizio di autenticazione che avviene attraverso una piattaforma SaaS basata sull’Intelligenza Artificiale. Utilizzata oggi in tutto il mondo, permette a chi acquista di connettersi con i brand attraverso uno smartphone e verificare istantaneamente se il prodotto desiderato è originale, ma anche accedere a contenuti, informazioni e servizi aggiuntivi.
Una catena di fornitura sostenibile
Certilogo, come rivela il nome, è partita infatti come servizio di verifica dell’autenticità del prodotto grazie ad una speciale etichetta, che riporta un codice QR o un tag NFC, in grado di certificare l’autenticità tramite intelligenza artificiale. Ma al giorno d’oggi autenticabilità e tracciabilità sono strettamente connesse, spiega Casucci, perché l’identità digitale del prodotto, per quanto riguarda la catena di fornitura, è in grado di assicurare trasparenza, sostenibilità e responsabilizzazione dei consumatori: “Aiutare brand e produttori a monitorare i prodotti lungo tutta la catena significa ottimizzare la gestione dell’inventario e migliorare della qualità complessiva del prodotto e sicurezza” continua. Inoltre un passaporto digitale dei prodotti, “mira a fornire ai consumatori l’accesso a informazioni dettagliate sui prodotti che acquistiamo, consentendo di fare scelte più consapevoli e rispettose dell’ambiente, allineate ai valori e alle preferenze di ciascuno”. Di nuovo, il cerchio si chiude sul tema delle imitazioni: “Indipendentemente dal fatto che utilizzino materiali e processi di produzione scadenti e non regolamentati dannosi per l’ambiente, le contraffazioni non dovrebbero esistere” continua Casucci. “Per definizione, la loro impronta non è sostenibile”. Allo stesso modo, sottolinea il inventore di Certilogo, bisogna prestare attenzione ai rischi posti da finte carte d’identità del prodotto, che possono compromette e minare gli investimenti nella tecnologia e nei DPP.
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di Cristina Piotti www.wired.it 2023-10-30 10:57:30 ,