Chiunque abbia dedicato qualche minuto a dilettarsi con ChatGpt capirà le preoccupazioni e le aspirazioni generate dalla tecnologia rispetto al lavoro negli uffici. Il chatbot è in grado di rispondere con un eloquenza impressionante a ogni tipo di domanda, dai problemi di programmazione, ai dilemmi legali, passando per i quesiti a carattere storico.
Supponendo che le aziende riescano a superare il modo problematico in cui questi modelli tendono a produrre informazioni errate – le cosiddette “allucinazioni” – non è difficile immaginare che i chatbot di intelligenza artificiale (Ai) finiscano per rimpiazzare gli addetti all’assistenza clienti, gli impiegati del settore legale o gli insegnanti di storia. Queste aspettative sono ulteriormente alimentate da studi e notizie che riportano come ChatGpt sia in grado di passare alcuni esami legali, medici e commerciali. E ora che società come Microsoft, Slack e Salesforce stanno integrando ai loro prodotti ChatGpt o strumenti di Ai simili, è probabile che presto vedremo l’impatto della tecnologia sulla vita d’ufficio.
Un paio di ricerche pubblicate online negli ultimi giorni suggeriscono però che ChatGpt e i sistemi analoghi potrebbero in effetti avere un effetto dirompente, anche se non necessariamente nel modo in cui ci si aspetteremmo.
I due nuovi studi
Nel primo di questi studi, Edward Felton e i suoi colleghi dell’Università di Princeton hanno cercato di individuare le professioni che hanno le maggiori probabilità di essere influenzate da ChatGpt. Il team ha utilizzato un parametro di riferimento chiamato Ai occupational exposure, che mette a confronto le mansioni lavorative con le capacità di vari programmi di Ai, per capire quali professioni sono più vulnerabili ai chatbot dotati di forti competenze linguistiche.
I risultati dello studio inducono a pensare che alcuni lavori – come gli addetti al telemarketing, gli insegnanti di storia e i sociologi – potrebbero essere attraversati da grandi cambiamenti, mentre chi ha un’occupazione più fisica – per esempio muratori, ballerini e operai tessili – potrebbe non doversi preoccupare dell’avvento di ChatGpt nel mondo del lavoro.
Un secondo studio suggerisce però che non è detto che le persone che svolgono lavori basati sul linguaggio siano destinate a essere sostituite. Shakked Noy e Whitney Zhang del Massachusetts institute of technology (Mit), hanno analizzato cosa succede quando si mette ChatGpt nelle mani degli impiegati. Hanno chiesto a 444 professionisti con un’istruzione universitaria di completare una serie di semplici compiti d’ufficio, tra cui scrivere comunicati stampa e brevi relazioni, redigere email e creare piani di analisi. Alla metà dei partecipanti è stata data la possibilità di utilizzare ChatGpt.
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di Will Knight www.wired.it 2023-03-13 05:20:00 ,