Dopo lo stop al Trattato di Schengen per ragioni di antiterrorismo, i timori sulle lunghe attese e le ripercussioni economiche. Serracchiani: «Non far finta di non vedere i migranti disperati»
DAL NOSTRO INVIATO
TRIESTE – Il muro europeo dell’Italia si rialza alle 14 in punto. Polizia, carabinieri ed esercito hanno riallestito i valichi di frontiera fra Italia e Slovenia posizionando i birilli che incanalano i veicoli a Fernetti, storica frontiera a Est. Da qui, ogni giorno, transitano migliaia di camion, il cuore dell’economia del Nord-Est, dorsale che collega il commercio tra la Cina e l’Europa, grazie soprattutto al porto di Trieste. È forse per questo che quei birilli vengono posizionati in fretta, ma con cautela. Forse una metafora. Perché dopo l’annuncio della premier Giorgia Meloni – «Abbiamo deciso di sospendere il Trattato di Schengen per questioni di sicurezza nazionale, e me ne assumo la piena responsabilità» – la realpolitik ha inesorabilmente presentato il conto. Tanto che, alla vigilia, pure il governatore leghista del Friuli-Venezia Giulia commentava: «Spero ovviamente che siano misure che durino il meno possibile», per poi aggiungere: «Però non si può che condividere la scelta del governo».
Il motivo? Con la guerra in Medio Oriente e l’ultimo attentato a Bruxelles, complice la massima allerta della nostra intelligence, i timori per la sicurezza sono forti, ma qui sta succedendo altrettanto per le…
Author: Claudio Bozza
Data : 2023-10-21 15:28:06
Dominio: www.corriere.it
Leggi la notizia su: Corriere.it – Politica
LEGGI TUTTO