«Sono un soldato nelle mani del presidente Berlusconi» disse di sé Licia Ronzulli quando il leader di Forza Italia la nominò commissario di Forza Italia in Lombardia, scelta che scatenò violente polemiche dentro il partito, in particolare nella componente vicina a Maria Stella Gelmini (che avrebbe poi lasciato gli azzurri per passare con il Terzo Polo di Calenda). Gli attacchi sembrano non preocupparla: «È nelle difficoltà che si forgia il carattere» il suo motto.
Per Ronzulli, milanese, classe 1975, senatrice uscente e rieletta, l’anziano leader («Il leone ha ruggito ancora!» ha scritto lei sui social il giorno dopo le politiche del 25 settembre) chiede ora un incarico importante nel nascente governo di centrodestra. Vale a dire: un ministero con portafoglio (Salute o in alternativa Infrastrutture). Pretese respinte dal premier in pectore Giorgia Meloni alla quale il caso crea parecchie difficoltà nella composizione della lista da presentare a Sergio Mattarella quando arriverà la chiamata dal Quirinale.
Da infermiera a europarlamentare
La promozione a ministro sarebbe per Ronzulli, da tempo una delle persone più vicine al Cavaliere («Il Maradona della politica internazionale» secondo un’altra sua definizione), la nuova tappa di una scalata lenta ma inesorabile, cominciata come infermiera e poi fisioterapista-manager (responsabile del coordinamento delle professioni sanitarie) all’ospedale Galeazzi di Milano. Quindi il salto in politica che arriva quando «Licia» – come scrive di sé nel suo sito parlando in terza persona – si sente «pronta a mettere a disposizione la sua professionalità ed esperienza anche nel mondo politico nazionale». L’esordio è però rimandato: nel 2008 viene candidata dal Popolo delle libertà nelle Marche e risulta la prima dei non eletti.
I radar della cronaca politica la intercettano per la prima volta alla vigilia dell’estate di quello stesso anno. Il 14 giugno Berlusconi, appena tornato a Palazzo Chigi da premier, arriva in elicottero a San Pietro in Cerro, nella Bassa piacentina, per partecipare alle nozze di Ronzulli con Renato Cerioli (quello stesso giorno Berlusconi aveva partecipato a un’altra cerimonia di nozze, a Roma, tra Flavio Briatore ed Elisabetta Gregoraci). I due si separeranno due anni più tardi.
In aula con la figlia neonata
Nel frattempo Ronzulli riesce a farsi eleggere al Parlamento europeo nelle elezioni del 2009: nel settembre del 2010 si presenta nella seduta plenaria portando con sé in aula la figlia Vittoria, nata da appena 44 giorni, stretta al petto da un “marsupio”. Un gesto che le dà grande visibilità: «Simbolicamente – racconta – il pensiero va alle tante donne che non possono conciliare lavoro e vita di madre». Nel 2014 non le riesce la rielezione a Strasburgo ma nel frattempo il suo ruolo a fianco di Berlusconi si consolida fino a sostituire Mariarosaria Rossi come assistente del leader azzurro.