Author: Germana Bevilacqua
Data : 2024-01-19 13:33:55
Dominio: www.perizona.it
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Giulia Tramontano aveva 29 anni ed era incinta di sette mesi quando lo scorso 27 maggio il compagno Alessandro Impagnatiello l’ha uccisa con 37 coltellate. Durante la terza udienza del processo milanese a suo carico, l’imputato non ha risposto alle domande dei giudici, ma ha voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee. In aula erano presenti i genitori e la sorella della vittima. L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi e rapporto di convivenza, oltre che dei reati di interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere.
Alessandro Impagnatiello è arrivato accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria e ha assistito all’udienza nella gabbia dell’aula della Corte d’Assise di Milano. Si è presentato con la barba incolta, i jeans e le scarpe da ginnastica e una giacca blu. Per tutto il tempo è rimasto in silenzio ma ha mosso le gambe e i piedi nervosamente tenendo lo sguardo rivolto verso il basso asciugandosi le lacrime dal viso con un fazzoletto bianco.
“Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più”
Alessandro Impagnatiello ha chiesto di parlare e queste sono state le sue parole: “Sto chiedendo unicamente a tante persone scusa ma non sarà mai abbastanza…dal giorno del delitto anch’io sono andato, anch’io non vivo più. Sono stato preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da disumanità – ha aggiunto – Ero sconvolto e perso. Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e di nostro figlio, ho distrutto il bambino che ero pronto ad accogliere. Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più”. “Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio e molto di più, non posso chiedere perdono”, ha aggiunto l’ex barman. Al momento delle dichiarazioni spontanee, Chiara Tramontano ha lasciato l’aula così come il resto della famiglia della vittima. Dopo l’omicidio di Giulia, anche la madre dell’imputato aveva chiesto scusa alla famiglia.
“Meriti di svegliarti ogni giorno in galera ripensando a ciò che hai fatto e provando ribrezzo per te stesso”
A poche ore dall’udienza e dalla parole pronunciate in aula da Alessandro Impagnatiello è arrivata la reazione di Chiara Tramontano, che in una storia di Instagram ha scritto: “Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato e ucciso mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura. Non hai diritto a pronunciare, invocare o pensare a Giulia e Thiago. Dopo averli uccisi barbaramente meriti di svegliarti ogni giorno in galera ripensando a ciò che hai fatto e provando ribrezzo per te stesso”. Parole che non lasciano spazio al perdono. Il legale della famiglia della vittima al termine dell’udienza ha dichiarato che le scuse dell’ex barman “sopraggiungono a distanza di sette mesi. Il signor Impagnatiello non si è reso responsabile un gesto estemporaneo, ma ha propinato per mesi veleno topicida alla compagna e al proprio figlio” .
La famiglia chiede l’ergastolo. La stessa Chiara Tramontano, in una recente intervista al programma Rai “Ore 14”, ha detto: “Non voglio che l’odio vinca su di me. Sono pervasa dall’amore che provo per Giulia, da quanto mi manca, da quello che avrei potuto fare, dalla zia che avrei potuto essere. Adesso però spero che l’ergastolo ci sia, e che lui marcisca in carcere”.
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“Si è sentito di chiedere scusa sentitamente. Si trova in una situazione di grandissimo dolore”
I difensori di Alessandro Impagnatiello citano come testimoni solo uno psichiatra e uno psicologo, in vista di una richiesta di perizia e parlano di un pentimento sincero. “Le scuse sono partite da lui. Non sa spiegare quello che è accaduto, è sgomento e si sente molto male. Era la prima occasione per parlare con la famiglia e quindi si è sentito di chiedere scusa sentitamente”, hanno dichiarato i legali. Per poi aggiungere: “Si trova in una situazione di grandissimo dolore”. Agli atti del processo c’è il video del “gender reveal party” del 17 marzo, un filmato in cui l’ex barman fa scoppiare un palloncino e scopre il sesso del piccolo Thiago. Si scoprirà che proprio in quei giorni stava già avvelenando la compagna. C’è anche il contenuto di un audio inviato da Giulia Tramontano a un’amica dopo essersi incontrata con la 23enne italo-inglese con cui il fidanzato aveva una relazione parallela, dove dice di voler “andare via” e ricominciare per il “bene del bambino”.
Infine vi è una telefonata, intercettata il primo giugno subito dopo l’arresto del barman, in cui suo fratello commentava con un amico la bugia detta da Alessandro Impagnatiello ai carabinieri sull’assenza di un box nella sua abitazione. “Pensavo che mentisse perché dentro aveva della droga”, diceva il fratello. All’interno del box c’era nascosto invece il corpo di Giulia, del quale l’uomo aveva cercato di sbarazzarsi due volte tentando di bruciarlo per poi abbandonarlo in una intercapedine poco distante da casa. La prossima udienza è fissata per il 12 febbraio e come per la prima le riprese audio-video non saranno consentite.
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Germana Bevilacqua , 2024-01-19 13:33:55 ,