Ha superato i 77 miliardi di euro l’investimento ammesso in detrazione nell’ambito del superbonus 110%, la misura voluta dal governo Conte bis per rilanciare l’edilizia dopo la pandemia. Questa la cifra aggiornata al 31 maggio da Enea, l’agenzia governativa che gestisce le pratiche. Un dato che porta il costo per lo Stato a 84,7 miliardi di euro, una somma pari a due volte e mezza la prima legge di bilancio del governo di Giorgia Meloni.
Anzi, proprio la vittoria elettorale di quest’ultima è coincisa con un’impennata delle richieste di accesso al superbonus 110%. Non che l’attuale presidente del Consiglio ne abbia una responsabilità diretta, ma il mese di settembre 2022, quando in campagna elettorale la leader di Fratelli d’Italia parlava della necessità di rivederlo, ha visto autorizzare lavori per 8,2 miliardi di euro. Ovvero la cifra più alta da che è stata introdotta questa misura. Possibile che, temendo una stretta, molti si siano affrettati a consegnare la documentazione necessaria.
Ciascuna barra rappresenta il valore asseverato nel mese di riferimento, il colore indica la tipologia di edificio su cui si interviene. Come da legenda, in rosso i condomìni, in giallo le abitazioni autonome, in verde gli edifici funzionalmente indipendenti. Ovvero, per esempio, una villa a schiera con ingresso autonomo.
Cambio di rotta
Come si può notare osservando il grafico, la maggior parte degli interventi asseverati durante il mese che ha coinciso con la campagna elettorale per le politiche 2022 ha riguardato le abitazioni autonome. Più di 44mila le istanze arrivate nel settembre dello scorso anno, pari al 18,9% del totale. Detto altrimenti: un quinto delle richieste è arrivata mentre il paese di preparava a eleggere chi proponeva di rivedere le regole di ingaggio del superbonus 110%.
Chi di queste regole di ingaggio ha avuto modo di lamentarsi in più di un’occasione è stato l’ex premier Mario Draghi, che ha sottolineato ad esempio come il superbonus 110%, disincentivando la trattativa sui prezzi, ha finito per farli esplodere. Una circostanza che si è confermata anche con il cambio dell’esecutivo.
Il grafico mostra l’andamento percentuale dei costi medi degli interventi rispetto a quello registrato nel luglio di due anni fa. In realtà, il superbonus 110% era entrato in vigore un anno prima, ma il dato più recente disponibile sul sito di Enea risale al 31 agosto 2021.
Con la sola eccezione del costo medio degli interventi nei condomini, che hanno subito una leggera flessione nell’inverno tra il 2021 ed il 2022, il valore medio degli investimenti è sempre stato superiore a quello di riferimento. Hanno certamente inciso l’inflazione e la crisi delle materie prime, ma oggi ristrutturare un’abitazione singola costa il 20% in più rispetto a un anno e mezzo fa. E se è vero che negli ultimi mesi il numero di interventi autorizzati è in drastico calo (a maggio nelle abitazioni autonome sono stati appena 1.225), questi aumenti li deve fronteggiare anche chi deve effettuare interventi che non rientrano nel superbonus 110%. Pagandoli, cioè, di tasca propria e non scaricandoli sulla fiscalità generale.
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di Riccardo Saporiti www.wired.it 2023-06-15 05:00:00 ,