I parlamentari che hanno contestato l’intervento di Zelensky, come l’ex 5 Stelle Forcinti e Grimaldi (M5S): «Mi piacerebbe che intervenisse il leader Russo a montecitorio». Granato: «Putin sta conducendo una battaglia importante»
Se i nuovi pacifisti nostrani volessero nominare un leader potrebbero individuarlo in Alessandro Di Battista, che con inusitate virtù profetiche aveva annunciato: «La Russia non sta invadendo l’Ucraina perché non vuole la guerra». Era il 24 febbraio e i carri armati di Putin avevano cominciato a sferrare il loro attacco. È passato un mese da allora e alcuni politici italiani la pensano ancora come Dibba: l’invasione non c’è stata e se c’è stata era in qualche modo giustificata. Perciò per loro, che hanno preferito disertare quello storico appuntamento, si è trattato di un errore consentire a Zelensky di parlare al Parlamento riunito in seduta plenaria.
«Un teatrino»
Ne è più che convinto l’ex 5 Stelle, ora Alternativa, Francesco Forciniti, giovane deputato che era contrario a «un comizio a senso unico senza contraddittorio» e perciò non ha partecipato a «quel teatrino». Sarebbe stato forse il caso di invitare anche Putin per dire la sua, non si sa mai dopo un mese di bombardamenti e stragi qualcuno non avesse capito come la pensa? Secondo il deputato 5 stelle Nicola Grimaldi sì. Magari non sarebbe stato opportuno allestire una sorta di talk show a Montecitorio con un dibattito a due tra il leader ucraino e il presidente russo, però, dice Grimaldi, «mi piacerebbe che Putin parlasse alla Camera». Per una questione di equanimità, perché come sostiene il suo collega di partito, il senatore Mattia Crucioli, «le richieste della Russia non sono state neanche prese in considerazione». E il fatto che uno, Putin, sia l’aggressore, e l’altro, Zelensky, sia l’aggredito, evidentemente per questi parlamentari conta poco.
«L’offensiva globalista»
La fede grillina non muore neanche se si cambia partito. Matteo Dall’Osso, che dal Movimento è approdato a Forza Italia, ha spiegato che l’invito a parlare al leader ucraino equivaleva a «una istigazione alla guerra». E «io non volevo essere loro complice», ha sottolineato spiegando la sua assenza dell’altro giorno. Ma «loro» chi? La Spectre? Lo Stato imperialista delle Multinazionali? Per rispondere all’interrogativo giunge in soccorso Bianca Laura Granato, senatrice, ex 5 stelle, ora al misto. «Loro» sono «i capi della Ue telecomandati dagli Usa». Secondo la parlamentare «Putin sta conducendo un importante battaglia non solo per la Russia, ma per tutti noi contro l’agenda globalista che gli Stati Uniti e l’Unione europea vogliono imporre». Già, stando a Granato, Putin mica è un dittatore. La dimostrazione? «Non ha obbligato nessuno a vaccinarsi», dichiara la senatrice a La Stampa, spiegando perché e per come la temibile offensiva globalista passa anche per il Covid e per i «vaccini che non sono molto efficaci».
Il caso Petrocelli
Di fronte a tanta fantasiosa eloquenza, che riesuma anche il complottismo caro ai no vax, suonano quasi come sobrie le affermazioni del leghista Simone Pillon: «Noi ci autolimitiamo perché non parliamo con entrambe le parti». Vengono surclassate persino le parole di Vito Petrocelli, il presidente della Commissione Esteri del Senato, affetto da una grave allergia alle dimissioni, secondo il quale Draghi vuole fare dell’Italia «un paese co-belligerante». Almeno Petrocelli non ha accusato il governo di usare anche i vaccini nella sua offensiva a favore dell’ «intervento in guerra»…
24 marzo 2022 (modifica il 24 marzo 2022 | 12:20)
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Maria Teresa Meli , 2022-03-24 17:04:53
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