Cina, c’è un problema di giovani disoccupati
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L’economia della Cina non sta andando benissimo. La disoccupazione giovanile ha toccato il livello record del 20,4%, il doppio rispetto al periodo precedente la pandemia da coronavirus, e a maggio produzione industriale e vendite al dettaglio sono scese sotto le aspettative. Una situazione che ha costretto la banca centrale del paese a tagliare i tassi di interesse per la prima volta in un anno e a preannunciare ulteriori tagli nei prossimi mesi.

Il rimbalzo economico raggiunto grazie alla fine delle restrizioni sanitarie dovute al Covid-19 sembra aver perso la sua energia. La produzione industriale a maggio è cresciuta solo del 3,5%, rispetto al 5,6% di aprile, e le vendite al dettaglio, indicatore chiave della fiducia dei consumatori, si sono fermate al 12,7%, con una forte frenata rispetto al 18,4% registrato nel mese precedente.

Ma ciò che colpisce maggiormente sono i livelli di disoccupazione giovanile, impennati come mai prima nel paese, tanto che, come riporta il Guardian, le persone hanno cominciato a paragonarsi a Kon Yiji, un personaggio dello scrittore Lu Xun che da studioso si trova a dover fare il mendicante per la mancanza di lavoro qualificato.

La situazione dei giovani

Ed è proprio questo, secondo gli analisti della Goldman Sachs, ad aver causato il picco di disoccupazione registrato ad aprile. In base alle rilevazioni della grande banca d’affari, i ruoli disponibili per coprire le qualifiche universitarie raggiunte sarebbero insufficienti, in particolare in alcuni settori.

Per esempio, nel campo delle discipline educative e sportive, il numero delle persone laureate è cresciuto di oltre il 20% nel 2021 rispetto al 2018, ma nel frattempo la domanda da parte delle istituzioni si è indebolita notevolmente nello stesso periodo. Discorso simile anche per l’informatica e l’immobiliare, dove alcune riforme avrebbero ristretto lo spazio per i dipendenti.

Inoltre, i giovani sarebbero stati svantaggiati proprio dalla pandemia, che ha colpito duramente il settore dei servizi, dove si tende ad assumere un altro numero di giovani lavoratori e lavoratrici. Tuttavia, anche una ripresa di questo settore, sottolinea Goldman Sachs, potrebbe sottrarre non più di 3 punti percentuali al tasso di disoccupazione. Tuttavia, l’arrivo di circa 11,6 milioni di nuovi laureati durante l’estate rischia di aumentare nuovamente il livello tra i 3 e i 4 punti, azzerando il guadagno fornito dal settore dei servizi.

Una situazione molto critica per Pechino, data l’importanza della cittadinanza giovanile per l’economia cinese, che spende molto in settori come la cultura, l’istruzione, gli affitti, i trasporti e le comunicazioni. Il governo sta cercando di rispondere aumentando il reclutamento tra le forze armate e chiedendo alle imprese statali di assumere un milione di tirocinanti in più nel 2023, ma si tratta solo di misure temporanee, nell’attesa di trovare delle soluzioni strutturali al problema.



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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-06-15 11:05:51 ,

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