Si allargano di ora in ora le aree di protesta della gente in Cina contro la politica zero-Covid decisa da Pechino e contro l’inasprimento delle misure di isolamento, mentre in tutto il Paese i contagi sono in continuo aumento. Il Paese registra infatti oggi un nuovo record di positivi giornalieri sfiorando quota 40mila. In alcuni video circolati sui social si vedono manifestazioni anche a Chengdou, una delle principali città nel sud-ovest della Nazione, dove i contestatori gridano slogan per la libertà di parola, ricordando la storia e i diritti umani contro la dittatura. Le violente proteste contro il governo di Pechino sono andate via via intensificandosi ed estendendosi nelle principali città cinesi arrivando in particolare nelle università di Pechino e di Shanghai, e quest’oggi, 27 novembre, anche a Wuhan, la città cinese “simbolo” della pandemia, dove centinaia di manifestanti si sono riversati nelle strade per protestare contro le restrizioni governative. Nelle scorse ore migliaia di manifestanti sono scesi per le strade e nelle piazze di Shanghai, chiedendo le dimissioni del presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, all’urlo di: «Xi Jinping, dimettiti! Abbasso il Partito Comunista!». Nelle immagini che arrivano dalla Cina si vedono violenti scontri tra manifestanti e polizia. Secondo quanto riportato dalla Bbc, alcuni manifestanti hanno portato avanti una protesta pacifica, tenendo in mano fogli e striscioni bianchi, simbolo anche di queste proteste, mentre altri accendevano candele e deponevano fiori per i morti di Urumqi.
Nella notte tra venerdì e sabato scorso, sono infatti esplose fortissime tensioni nella regione dello Xinjiang, dove vivono circa 10milioni di uiguri, che da anni denunciano persecuzioni, violenze e discriminazioni da parte delle autorità cinesi. E giovedì scorso, nel capoluogo della regione dell’estremo ovest dello Xinjiang,a Urumqi sono morte 10 persone, mentre 9 sono rimaste gravemente ferite nel tentativo di salvarsi dalle fiamme a causa di un incendio divampato in un edificio residenziale. A seguito dell’incendio è cresciuta sempre più la rabbia, con la gente che ha accusato le autorità locali di aver tardato nei soccorsi anche a causa delle misure di lockdown e di aver impedito alle persone di mettersi in salvo, bloccando le uscite dall’edificio. Accuse categoricamente respinte dalle autorità di Urumqi, che però, a seguito delle proteste, hanno revocato il lockdown in diversi quartieri della città.
Video in copertina e nel testo: Ansa e Twitter
Foto in copertina: Twitter / Chenchen Zhang
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Scritto da Maria Pia Mazza perwww.open.online il 2022-11-27 16:08:19 ,