Fu la prima mutilazione di un rapito. Si concretizzò a tre mesi di distanza dal sequestro, quando la banda che lo aveva in mano fece recapitare alla redazione romana del Messaggero di via del Tritone un pezzo dell’orecchio destro e una ciocca di capelli di John Paul Getty III, uno dei 14 nipoti dell’uomo più ricco del mondo, il petroliere e collezionista d’arte americano Jean Paul Getty, cittadinanza irlandese, uomo che aveva la fama di essere avarissimo.
Sono trascorsi 50 anni da quel rapimento che tenne per cinque mesi l’Italia con il fiato sospeso: correva l’anno 1973 ed era il 10 luglio quando il giovane Paul venne rapito a Roma in piazza Farnese, in pieno centro storico. Aveva 17 anni. E in un primo tempo l’anziano nonno si era rifiutato di pagare il riscatto, dopo una prima richiesta di 17 milioni di dollari.
Temeva si trattasse di un inganno escogitato dal nipote stesso, disegnatore, una vita bohémienne, la cui madre aveva una boutique in Piazza di Spagna, per scucirgli del denaro. Ma quella macabra “consegna” lo fece ritornare sui propri passi, tanto che accettò di pagare una somma ridotta, pari a 3 milioni di dollari, divisa con lo stesso papà del ragazzo che si è poi impegnato a restituire al capostipite la somma prestatagli, a un tasso d’interesse del 4% l’anno.
Il rapimento di Getty inaugurò una lunga stagione a cavallo di due decenni, tra gli anni ’70 e ’80, in cui “l’industria dei sequestri” spadroneggiò da nord a sud della penisola: in un numero di 650 sono stati calcolati i sequestri di persona in quel ventennio. Si narra anche che proprio questo episodio abbia in qualche modo dato l’avvio agli affari delle cosche, specie della ‘ndrangheta, nell’edilizia, settore dove la malavita da quel momento ha cominciato consistentemente a investire, come ha riconosciuto la stessa Commissione Antimafia nella sua relazione conclusiva approvata il 7 ottobre 1998, a 25 anni di distanza dal fatto.
Il giorno del rapimento, una volta sedato, il ragazzo venne portato dentro una cantina nei pressi di un paese nella provincia di Salerno dove sarebbe stato tenuto per cinque lunghi mesi senza mai essere spostato. Poi, una volta ottenuto il pagamento del riscatto, i rapitori liberarono il giovane Paul lungo l’autostrada di Salerno, dove lo raccolse un camionista, proprio nel giorno in cui il nonno compiva 81 anni, il 15 dicembre 1973.
Quell’esperienza lo provò a tal punto che il ragazzo divenne a poco divenne schiavo della droga: nel 1981 un cocktail di micidiale di stupefacenti gli provocò un ictus che lo paralizzò portandolo alla completa cecità. Jean Paul Getty III sarebbe poi deceduto nel 2011 in Inghilterra, all’età di 54 anni.
Per il rapimento vennero arrestate in seguito nove persone ma solo due vennero condannate come esecutori materiali, il proprietario dell’auto usata per ritirare il denaro del riscatto e un metronotte trovato in possesso di alcune delle banconote.
Nel 2017 il regista Ridley Scott ha diretto e coprodotto il film su questa vicenda, dal titolo Tutti i soldi del mondo, tratto dall‘omonimo saggio di John Pearson.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-07-10 10:07:42 ,www.repubblica.it