Sa che il suo regola funziona, perché lo aveva già usato in Midnight Runners per denunciare i casi di rapimento e abusi su giovani gentil sesso e con questo ritorno al poliziesco ricrea virtualmente lo stesso tipo di film (partendo dalla struttura in tre parti divisa in un esordio comico, una parte stazione seria che indaga i casi di cronaca e una sezione finale ricca di azione) creando a una police story provvista di critica sociale, zeppa di botte e violenza e con un protagonista ingenuo, idealista e manesco, riuscendo a realizzare un film divertente, adrenalinico e socialmente utile. Grazie alla presenza nel cast di Kim Sung-kyun, spesso nel ruolo di spalla al cinema e in tv ed eccellente nel ruolo del partner un po’ buffo e leale del protagonista (vedi The Fiery Priest), Officer Black Belt è anche un buddy cop movie in salsa bromance.
Jeong-do è un tipo semplice e gioviale, ma la rabbia che traspare dai suoi occhi e dai suoi movimenti quando si imbatte in stupratori senza rimorsi è esplosiva e il suo interprete è impeccabile nel trasmetterla. Kim Woo-bin, lontano dalle telecamere per più di un lustro per via di un tumore, è tornato cautamente a cimentarsi con l’action (vedi Black Knight e Alienoid), ma in quest’occasione dà il massimo nelle scene fisiche e il risultato è visivamente impressionante. Il regista eccelle nella messa in scena di coreografie di azione – (ri)guardatevi il piano sequenza nella discoteca di The Divine Fury – e la parte finale di Cintura nera jeong-do annovera una ventina di minuti filati di scontri violenti scontri nei quali l’azione non è mai fine a sé stessa ma veicola emozioni. Kim Woo-bin, oggi 35nne, è diventato famoso come modello negli anni Duemila per poi esordire come attore nei Dieci con l’esilarante serie comedy Vampire Idol.Si è sempre sforzato di essere il più versatile possibile lavorando in commedie, drammi, criminal, fantascienza, su piccolo e grande schermo, sempre sfruttando adeguatamente la sua imponente fisicità e il volto espressivo – dal sorriso amichevole ma dallo sguardo duro – che si prestano sia ai ruoli da buono che da villain.