Città è sinonimo di tecnologia e con l’esplosione del digitale le cose stanno cambiando più in fretta che mai. Se ne è parlato nel corso del primo appuntamento di Cantiere Futuro, evento curato dal Punto impresa digitale (Pid) della Camera di commercio di Milano, Monza, Brianza, Lodi con la media partnership di Wired Italia. “La città è figlia dell’agricoltura, sembra paradossale, ma abbiamo incominciato a costruire civiltà e città quando ci siamo fermati per coltivare. Tutto quello che noi vediamo è un dispositivo artificiale che abilita i comportamenti delle persone”, nota Massimo Temporelli, fisico, divulgatore e storico della tecnologia che ha aperto i lavori con un keynote speech.
Per capire come è cambiata la città nei secoli, suggerisce Temporelli, bisogna “pensare alla città come un organismo vivente. La parte scheletrica è stata costituita dall’agricoltura, con le prime strade e le capanne”. I muscoli li hanno messi prima gli esseri viventi, uomini e animali, poi le macchine alimentate da quello che è “il sistema cardiovascolare delle città”, ovvero l’elettricità. “Con la quarta rivoluzione industriale nel 2010 si fa largo nelle città la rete neurale”, con le informazioni che arrivano ovunque grazie ai sensori.
“Intelligenza artificiale per mixare i dati”
“Nei prossimi 30 anni – aggiunge Temporelli – ci dobbiamo trasformare in una nuova forma di umanità che vedrà la città evolvere e passare da una città muscolare e attiva a una città intelligente”. Un percorso che richiede investimenti e competenze, come evidenzia Alessandro Bartolini, responsabile progettazione e delivery smart city e smart security di A2A Smart City: “Le città – dice – hanno il dovere di diventare delle smart city, un percorso che punta su ambiente, mobilità e sicurezza. Milano lo sta facendo, così come le più importanti città italiane, ma per raggiungere gli obiettivi è necessaria una rete di sensori capaci di raccogliere tutte le informazioni e incrociare i dati tra loro, con l’intelligenza artificiale che possa metterli in correlazione e dare un quadro chiaro per aiutare chi prende le decisioni a fare le scelte corrette”.
La smart city, evidenzia Bartolini, consente anche di sfruttare la tecnologia per rendere più sicure le città. “E non vuol dire solo installare delle telecamere, ma far diventare tutto intelligente. Puntiamo sulla analisi e computer vision, con un occhio sempre attento alla privacy”. Un esempio, aggiunge il manager, è permettere alla telecamera che garantisce la sicurezza di una proprietà di contare le macchine in transito per studiare i flussi delle persone o creare i semafori intelligenti adattivi, capaci di regolarsi in base al traffico in strada. “Le telecamere sempre più evolute possono dare una grossa mano nella definizione delle città del futuro, soprattutto se rese ancor più potenti dai sensori. Tutto però ha bisogno di capacità di analizzare e mixare le informazioni, per prendere le decisioni giuste”.
“Dalla visione del futuro i nuovi modelli organizzativi”
In uno scenario in così profonda evoluzione istituzioni come la Camera di commercio fanno da pungolo tra istituzioni e imprese, stimolando l’innovazione. “Il Punto impresa digitale – spiega Fabio Bentinvenga, responsabile promozione e sviluppo di Pid – ha la responsabilità di promuovere la cultura 4.0, con eventi e workshop. Affianchiamo le imprese, anche perché la tecnologia impatta sui modelli di business e bisogna avere la velocità e la visione per implementare i nuovi modelli organizzativi”, dice. Chi non si dota di strumenti innovativi rischia di porsi “fuori dal mercato” e rinunciare alla possibilità che offre la tecnologia di rendere “le città più razionali e programmabili”.
E anche più divertenti, come punta a fare Open Stage, la startup che realizza totem intelligenti da installare in strada per permettere agli artisti emergenti di avere a disposizione tutto ciò che è necessario per piccoli concertini: “La più grande sfida ora è renderci europei, portare Open Stage all’estero questo permetterà di raggiungere l’obiettivo vero che è consentire ai giovani artisti di creare il loro piccolo tour europeo senza costi”, spiega Stefano Frosi, ad e founder della startup. “Ora – chiosa – suonano per noi 1.300 artisti per 10 palchi fissi, aumenteremo i totem a disposizione degli artisti”.
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di Michele Chicco www.wired.it 2022-05-26 14:41:34 ,