Il primo cittadino lariano, dopo un fatto di cronaca ha proposto la deportazione nelle zone deserte dell’isola. «Il deserto è la sua testa, si scusi» replicano i suoi colleghi sardi.
Le polemiche d’estate in politica sono un po’ come i tormentoni musicali: non si scappa. E nell’imminenza del Ferragosto si ritaglia un o spazio l’intemerata del sindaco di Como Alessandro Rapinese che, l’indomani di un fatto di cronaca accaduto in città, ha proposto di trasferire tutti i clandestini In Barbagia. Provocando – e sarebbe stato strano il contrario – il risentimento bipartisan di molti suoi colleghi che vivono in Sardegna.
Il via alla polemica lo fornisce come detto un fatto di cronaca: l’arresto di un immigrato resosi responsabile di una violenza sessuale nei pressi di una cabina telefonica oin centro a Como. Rapinese, eletto a giugno alla testa di una lista civica, , insorge affermando che la città non è sicura e aggiungendo, in una dichiarazione al quotidiano cittadino «La Provincia»: «Se io fossi il legislatore non consentirei la libera circolazione a chi non ha i documenti in regola . E mentre si attende che vengano rimpatriati ci sono ampie zone deserte della Barbagia che potrebbero ospitarli». Un idea non isolata se è vero che persino il premier britannico Boris Johnson ha provato a deportare tutti i «sans papier» del suo Paese in Ruanda.
«Ti sbatto in Sardegna!» era però frase risuonava in decenni passati nei b-movie e negli sketch della tv in bianco e nero. Ma i luoghi comuni hanno evidentemente le stesse vite dei gatti. E così, per quanto l’idea di Rapinese appartenga alla fantapolitica, la reazione della Sardegna non è tardata ad arrivare. «La zona deserta è la sua testa, non la Barbagia»: così Ugo Cappellacci, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia, commenta le affermazioni del sindaco di Como. «Siamo sicuri che il sindaco di Como, tal Alessandro Rapinese, voglia prontamente scusarsi con tutti i barbaricini e tutti i sardi per l’infelice battuta», dichiarano il deputato sardo di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda (barbaricino d’origine) e Maurizio Cadau, e presidente della Provincia di Nuoro. «Ritengo superfluo addentrarmi in una risposta di senso compiuto al sindaco di Como per le sue deliranti affermazioni sulla deportazione forzosa di migranti in Sardegna» interviene stamane il presidente dell’Anci Sardegna, Emiliano Deiana.
E come era facie prevedere sono arrivate le scuse del sindaco di Como: «La barbagia è la prima che mi è venuta in mente ma non ce l’ho assolutamente con la Sardegna che è una terra che conosco e amo».
Va detto che l’amministrazione comunale di Como si è resa protagonista negli ultimi anni di imbarazzanti «scivoloni» sul tema degli immigrati in città .Anni fa il municipio emise un ‘ordinanza che multava i volontari che portavano un pasto caldo ai senzatetto. In tempi più recenti l’assessora ai servizi sociali postò un video sui social in cui lei stessa andava a strappare le coperte a chi dormiva sotto i portici del centro cittadino.
9 agosto 2022 (modifica il 9 agosto 2022 | 14:41)
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