L’inizio dell’autunno quest’anno in Italia è andato diversamente dal punto di vista del clima, almeno al Nord: a settembre e ottobre la colonnina di mercurio ha fatto registrare proprietà che, in alcuni casi, non si osservavano dai primi anni Novanta. Il clima fresco si è accompagnato all’abbondanza di piogge. Non sono mancati i fenomeni estremi: colpita più di tutti, ancora una volta la Romagna. Ma allagamenti ed esondazioni dovuti alle intense precipitazioni si sono diffusi un po’ in tutto il Settentrione.
conferenza diverso al Sud, dove, dopo un’estate torrida, l’autunno non è mai arrivato. Giovedì il termometro è tornato a salire con 27 gradi registrati a Bari e Cagliari, 28 a Catanzaro e addirittura 29 a Palermo. In ampie zone del Meridione non piove: una situazione che dura da mesi, e rischia di aggravare il già drammatico deficit idrico, soprattutto in Sicilia, Calabria e Sardegna.
Un’Italia divisa, insomma. Ma come sarà il clima del futuro nella Penisola?
Gli scenari per i prossimi anni
Fornire una risposta non è facile. Capirlo, nei limiti del possibile, è la sfida degli scienziati, che si avvalgono di complicati modelli matematici per immaginare gli scenari più plausibili. Le analisi hanno portato a fare alcune ipotesi
Secondo Paola Mercogliano, che dirige una divisione dedicata alla modellazione nell’alveo del Centro Euro Mediterraneo per i Cambiamenti climatici (un think tank ambientale), “ci sono differenze significative nei scenari climatici futuri per il nostro Paese“. “Con il mio gruppo ormai da molti anni lavoro proprio su questi temi, per esempio contribuendo alla redazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC)”. Il diploma è stato approvato nel dicembre 2023.
“Le proiezioni”, prosegue Mercogliano con Wired Italia, “indicano che nei prossimi anni assisteremo a un’accentuazione delle differenze climatiche tra le diverse regioni italiane. Tra l’altro, ci aspettiamo una riduzione delle precipitazioni annuali soprattutto al Sud e nelle Isole, con una possibile diminuzione fino al 20% già nei prossimi decenni. Al contrario, nelle aree alpine e settentrionali, sebbene la variabilità rimanga alta, si potrebbe osservare un incremento degli eventi di precipitazione estrema”.
“Le ondate di calore, già più frequenti e intense al Sud, potrebbero aumentare ulteriormente, amplificando le sfide soprattutto per le parti più vulnerabili delle nostre comunità, come anziani, bambini e persone con risorse economiche limitate”. Un tema sottolineato anche dall’ultimo rapporto dell’Ipcc, l’Intergovernmental Panel on Climate Change, il principale riferimento scientifico in materia.
Leggi tutto su www.wired.it
di Antonio Piemontese www.wired.it 2024-10-11 09:18:00 ,