di Dario d’Elia
“Ho cominciato a pensare al progetto di Cuneo Provincia Futura, nei giorni di inquietante irrealtà che hanno caratterizzato il 2020“, racconta a Wired Alessandro Marrazzo, l’artista che ha ideato la mostra a cielo aperto situata in dieci luoghi simbolo della provincia di Cuneo. Dal 23 ottobre al 21 novembre in diverse piazze e luoghi simbolo di Cuneo, Alba, Bra e Mondovì la videoarte, al calar della sera, si “appropria” di facciate e architetture per dar vita a uno spettacolo luminoso senza precedenti.
Dieci capitoli di un una immaginifica intuizione che punta a trasformare porzioni del centro storico in spazi di sensibilizzazione nei confronti del futuro. Marrazzo, mettendo in gioco la sua esperienza di sceneggiatore e lighting designer, ha creato di fatto una declinazione di arte ambientale che concettualmente però svela una leggerezza diversa rispetto alle opere di Christo Javašev e persino l’ambientalismo di Joseph Beuys.
Le strade deserte del lockdown hanno reso i “i palazzi inerti, grandi involucri di un contenuto fermo nel tempo (…) come una colata di lava che ha trasformato il mondo in una nuova Pompei“. Marrazzo ha pensato a quel patrimonio di vita, arte, cultura, scienza e storia che improvvisamente non era più disponibile. E così ha preso forma “l’idea di usare l’esterno al posto dell’interno, mutando il custodire con il mostrare“. Una sorta di rianimazione artistica con un linguaggio unico e luminoso.
Le dieci installazioni “indagano su temi di rilevanza globale dal cambiamento climatico al rapporto tra uomo, macchina e natura, dall’intelligenza artificiale alle conquiste spaziali, dalle tematiche ambientali alle arti“. L’obiettivo quindi è di stimolare riflessioni ed emozioni. “Cuneo Provincia Futura – La più grande mostra a cielo aperto“, promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (CRC), è un concept nuovo che coinvolge più città contemporaneamente, sulla falsa riga dei grandi festival festival europei e internazionali di luci di Lione, Berlino o Amsterdam.
Tecnologia al servizio dell’arte
Alessandro Marrazzo è riconosciuto come uno degli scenografi cinematografici più importanti del panorama internazionale. Ma la sua peculiarità è saper sposare genio creativo all’impiego di soluzioni tecnologiche d’avanguardia: insomma, un vero show designer poliedrico.
Nelle quattro città coinvolte infatti sono state posizionate dieci videoinstallazioni di diverso tipo in altrettante piazze dispiegando 3mila metri quadrati di superficie laser su 23.470 metri quadrati di architetture. Il tutto generando una potenza luminosa complessiva di 497mila lux e proiettando 53.913.600 pixel. Senza contare diffusori audio quadrifonici e videoproiettori 21k.
“Non desideravo semplici spettacoli di video-mapping ma qualcosa di più immersivo e infatti mi sono fatto ispirare dai luoghi e dagli edifici. Solo dopo averli visitati ho iniziato a pensare cosa fosse più adatto“, spiega Marazzo. Ad esempio ad Alba l’imponenza della facciata del Duomo rispetto alle dimensioni della piazza ha stimolato l’idea di sfruttarla elemento di amplificazione di ulteriori immagini artistiche.
Una stratificazione di stili e storia con l’accostamento di grandi opere di Van Gogh, Escher e Hokusai agli interrogativi sull’intelligenza artificiale. Un giorno sarà quest’ultima in grado di produrre arte?
Source link
www.wired.it
2021-10-30 05:00:00