Clizia Incorvaia e Sarcina in tribunale per le foto della figlia

Clizia Incorvaia è stata rinviata a giudizio dopoché l’ex marito, Francesco Sarcina, l’ha denunciata per aver pubblicato immagini della loro figlia minorenne sui social senza il suo consenso. La vicenda, che coinvolge l’uso delle foto a fini pubblicitari, solleva importanti questioni sulla privacy e sull’esposizione mediatica dei minori.

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Il caso delle immagini di Nina sui social

Clizia Incorvaia è stata rinviata a giudizio dopo un lungo scontro legale con il suo ex marito, il cantante delle Vibrazioni Francesco Sarcina. La causa riguarda la pubblicazione di foto e video della loro figlia minorenne, Nina, sui social senza il consenso di Sarcina. Nonostante le richieste dell’ex marito di cessare questa pratica, l’influencer ha continuato a utilizzare le immagini della bambina a fini pubblicitari, violando così gli accordi presi durante la separazione. L’udienza è fissata per dicembre, e la vicenda ha attirato molta attenzione, sollevando interrogativi sulla gestione della privacy dei minori nel mondo digitale.

Clizia Incorvaia e Sarcina: le accuse di violazione della privacy

L’accusa principale mossa contro Clizia Incorvaia è quella di aver diffuso le immagini di sua figlia senza l’autorizzazione di Francesco Sarcina, con lo scopo di incassare attraverso sponsorizzazioni e pubblicità. La pm Alessia Miele, che ha avviato il procedimento, ha sottolineato che la diffusione delle immagini ha avuto luogo in almeno cinque occasioni legate a brand di abbigliamento e scarpe per bambini. L’influencer avrebbe violato la privacy della figlia, che ha solo 9 anni, per trarne un profitto economico. Inoltre, un sms inviato da Incorvaia a Sarcina ha rivelato che la stessa ammetteva di vivere grazie ai guadagni derivanti da queste collaborazioni pubblicitarie, rendendo ancora più grave la situazione legale.

Le ripercussioni sulla famiglia e il danno psicologico

Il cantante delle Vibrazioni ha più volte espresso la sua preoccupazione per le possibili ripercussioni psicologiche e fisiche che questa esposizione mediatica potrebbe avere sulla figlia. Sarcina ha dichiarato che la figlia, pur vivendo in un contesto familiare superficialmente sereno, potrebbe subire danni a causa dell’eccessiva visibilità pubblica. La difesa di Clizia Incorvaia, d’altro canto, ha cercato di minimizzare la questione, affermando di agire sempre nel miglior interesse della figlia, ma la situazione sembra destinata a intensificarsi con il processo che prenderà il via a dicembre.

Il caso ha sollevato molte discussioni riguardo al diritto alla privacy dei bambini, specialmente in un’epoca in cui le immagini e i video dei più piccoli possono diventare strumenti di marketing. La battaglia legale tra Clizia Incorvaia e Francesco Sarcina è ancora lontana dalla conclusione, ma è destinata a essere un precedente importante nel dibattito sulla gestione della privacy familiare nel contesto digitale.

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