Colpo di scena nella gara per il Polo strategico nazionale del cloud. Dopo che Fastweb e Aruba si erano aggiudicate provvisoriamente l’appalto per l’infrastruttura in cloud per la trasformazione digitale della pubblica amministrazione, il consorzio formato da Leonardo, Cassa depositi e prestiti (Cdp), Tim e Sogei, promotore del progetto di digitalizzazione scelto dal ministero per la Trasformazione digitale il 27 dicembre 2021, ha esercito il diritto di prelazione e si è ripreso l’affidamento del polo.
La cordata composta dalla compagnia di telecomunicazioni Tim, dal campione nazionale della difesa Leonardo, dalla società informatica dello Stato Sogei e da Cdp aveva quindici giorni di tempo per far valere il suo diritto di prelazione, come promotore del progetto, pareggiando l’offerta vincitrice. E così ha fatto. Fastweb e Aruba avevano offerto un importate ribasso sulla base d’asta, con uno sconto sui listini del 39,19%, mentre il consorzio rivale si era fermato al 23,36%. Per riuscire ad aggiudicarsi la gara, i quattro soggetti hanno dovuto tagliare ampiamente i costi del loro progetto, calcolato su una base d’asta di 4,4 miliardi di euro. La procedura è stata svolta da Difesa servizi, società in house del ministero della Difesa, in qualità di centrale di committenza e con la vigilanza collaborativa dell’Autorità nazionale anticorruzione.
“Il soggetto promotore ha esercitato, nel termine dei 15 giorni previsti dalla legge (articolo 183, comma 15, del Codice dei contratti pubblici, espressamente richiamato dal disciplinare di gara) il diritto di prelazione, impegnandosi ad adempiere, così come comunicato all’Amministrazione, alle obbligazioni contrattuali alle medesime condizioni offerte dall’attuale aggiudicatario provvisorio”, scrive il consorzio in una nota.
A cosa serve il Polo strategico nazionale
L’obiettivo del bando è creare un’infrastruttura cloud per i dati degli enti pubblici, a oggi parcheggiate in circa 11mila data center, il 95% dei quali presenta “carenze nei requisiti minimi di sicurezza, affidabilità, capacità elaborativa ed efficienza”, secondo quanto riportato dall’ultimo censimento dell’Agenzia per l’Italia digitale. In base al progetto approvato, entro il 2025 dovranno essere spostati sul nuovo cloud i dati di almeno il 75% degli uffici pubblici italiani.
Prima di essere fatte migrare, le informazioni saranno divise in tre classi di rischio: i più delicati sono i dati strategici, come per esempio i dati della Difesa, poi quelli critici, come quelli sanitari, e infine quelli ordinari, la cui esposizione non costituisce un pericolo per la macchina pubblica. In base alla divisione, gli uffici pubblici potranno accedere a diversi tipi di cloud. Il tutto verrà gestito dal Polo strategico nazionale, che sarà articolato in almeno quattro data center in due regioni, la migrazione sarà finanziata con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
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di Pietro Deragni www.wired.it 2022-07-07 16:57:11 ,