Il film è “ispirato a fatti realmente accaduti” nello stesso modo in cui l’Omino della pubblicità dei marshmallow che si vede in Ghostbuster è ispirato a veri marshmallow. L’orso cocainomane da cui è tratta la storia, che si aggirava tra le montagne della Georgia nel lontano 1985, era un baribal (un orso nero comune americano) che non ha ucciso nessuno e pesava solo ottanta chili. Aveva consumato della cocaina abbandonata da un agente di polizia diventato trafficante, che lanciò diversi borsoni pieni di droga da un aereo per poi trovare la morte mentre cercava di paracadutarsi dal velivolo. L’orso che si era nutrito del contenuto dei pacchetti è stato trovato deceduto tre mesi dopo con quasi quattro grammi di cocaina nel sangue e lo stomaco “imbottito” dallo stupefacente. In seguito all’incidente, il povero animale è stato impagliato ed esposto nel centro commerciale Kentucky Fun Mall di Lexington, che nel 2015 ha ribattezzato la creatura “Cocainorso”, in originale, “Cocaine bear”.
Fortunatamente, il film si è preso delle libertà creative e l’orso protagonista si diverte molto di più. La pellicola si apre sulla scena di un aereo che sorvola le foreste di Chattahoochee, in Georgia, mentre un tizio vestito da aviatore – inequivocabilmente uno spacciatore degli anni Ottanta appassionato di musica disco – lancia borsoni rossi fuori dal portellone di emergenza. Fa quasi la stessa fine ingloriosa della sua controparte reale, sbattendo la testa dopo essersi tuffato a sua volta dietro alle borse. Qui però Cocainorso cambia scenario, concentrandosi su una coppia di amanti escursionisti che esplorano il bosco sottostante. I due sono molto innamorati, parlano del loro matrimonio e del loro legame con il mondo naturale, e questo, nel linguaggio cinematografico, è un chiaro segno che sono destinati a una brutta fine. Quando i fidanzati avvistano l’orso strafatto intento a strusciarsi su un albero e cominciano a fotografarlo, il pubblico ha la possibilità di vedere per la prima volta la creatura in computer grafica, e poco dopo gli arti insanguinati della coppietta che volano dappertutto.
Cocainorso, siete avvertiti, è brutale. Tra una sbranamento e l’altro, sbudellamenti e teste che rotolano, il film passa senza soluzione di continuità dal comico all’inquietante. A un certo punto, seguiamo dei personaggi stravaganti che scendono dalla Blood Mountain (“montagna di sangue“, si chiama proprio così) per recuperare la propria attrezzature. Sono Syd White, uno spacciatore interpretato dal compianto Ray Liotta; suo figlio, uno smidollato con una predilezione per la pasta (per la precisione le penne) impersonato da Alden Ehrenreich di Solo; il vice di Syd, Daveed, (O’Shea Jackson Jr.) Sulle loro tracce c’è anche un detective della polizia, interpretato da Isiah Whitlock Jr. di The Wire. Non sono gli unici a rischiare di finire dilaniati dal protagonista del film: ci sono anche un paio di ragazzini che saltano la scuola, una madre preoccupata che li insegue, una guardia forestale del parco, un tizio fissato con l’orso Smokey (la mascotte dei ranger di New York), e una banda di teppisti vestiti male che sia aggira per i boschi accoltellando gente a caso. Alcuni vengono ferocemente sbranati, altri no. Poi il film finisce.
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di Will Bedingfield www.wired.it 2023-04-20 04:20:00 ,