L’atmosfera delle feste non è tale senza la magia delle decorazioni, ma attenzione a non esagerare con la plastica. Per non impattare sull’ambiente, vi spieghiamo come realizzare corone centrotavola e ghirlande di benvenuto plastic-free, completamente naturali, e magari a costo quasi nullo, utilizzando rami e bacche reperibili in giardino o in campagna. Di seguito, i consigli per comporne una a regola d’arte grazie all’esperienza della fiorista Michela Pozzato di Milano, nota per i suoi bouquet fatti con steli sostenibili coltivati da produttori locali, nonché ideatrice dei percorsi formativi di Fiori Scuola.
1. Cosa tenere a portata di mano
Cominciamo dall’elenco di materiali e attrezzi da preparare su un grande tavolo da cucina prima di iniziare il lavoro. Servono un paio di cesoie da giardinaggio per tagliare i rami; una spoletta da 100 grammi di filo di ferro sottile, non colorato; una tenaglia; i materiali vegetali, ovvero i rami per costruire la base della corona, le fronde per ricoprirla di verde e le decorazioni, da scegliere secondo gusto, con le caratteristiche specificate di seguito punto per punto. Molti dei “componenti” vegetali consigliati si trovano comunemente nei giardini o in campagna e in dicembre si possono anche acquistare al mercato presso le bancarelle di fiori. Per preparare una corona ci vorranno da una a due ore di lavoro a seconda della nostra manualità, magari dividendosi i compiti con familiari e bambini.
2. I rami per la base della corona
Sia per le corone da usare come centrotavola sia per quelle da appendere alle porte, servono dei rami facili da maneggiare per costruire la base, un solido cerchio di fuscelli intrecciati, di circa 30 centimetri di diametro. Solitamente si usano fuscelli di salice e di nocciolo, molto flessibili, ma qualsiasi fusticino morbido e senza foglie ricavato dalle potature può andar bene, dai tralci di vite a quelli delle rose rampicanti, oppure di pesco, albicocco, caco e altri alberi da frutta. Se si tratta di rami secchi e quindi rigidi, possiamo farli ammorbidire lasciandoli a bagno in acqua per una notte prima di utilizzarli.
3. Le fronde per ricoprire la ghirlanda
La base della corona va rivestita con cimette di conifere sempreverdi lunghe circa 15 centimetri. Oltre ad abeti e cedri, possiamo usare rametti provenienti dalla potatura di siepi molto comuni quali tuia, cipresso, cipresso di Leyland, cipresso dell’Arizona e criptomeria, ma anche di pino, ginepro o pino mugo. “Consiglio di utilizzare rametti di due o tre tipi, in modo da avere colori diversi sulla stessa corona, per esempio verde, argento e oro”, spiega Michela Pozzato. C’è anche chi osa con mirto e rosmarino.
4. I decori vegetali
In molte delle foto che mostriamo sono protagoniste le lanternine arancioni degli alchechengi, i semi di Iris foetidissima, i frutti di rosa canina e altre bacche rosse (si possono scegliere secondo disponibilità ciuffetti di piracanta, meline ornamentali, agrifoglio o peperoncini). Non devono mancare, rotelle di arancia e di mela disidratate (facciamole asciugare nel forno ancora caldo dopo la cottura dei cibi) e stecchette di cannella naturali. Michela Pozzato usa anche fronde di felce e fori di erica, di allium e di ortensia disidratati (“ovviamente, ogni ortensia va suddivisa in tre-quattro mazzetti più piccoli”, raccomanda). Tra le varietà che si possono facilmente seminare in un orto e far seccare per le corone, per chi vorrà pensarci per tempo in primavera, ci sono tutti i fiori che sembrano di carta, come le gomphrena (qui utilizzata per la corona magenta, omaggio al colore dell’anno 2023), statice, elicriso, ma anche piccole rose e zinnie: basta appenderli a testa in giù in un luogo arioso, non al sole. Molto belle, anche le piccole pigne raccolte durante le passeggiate, ma l’elenco delle decorazioni naturali da applicare alla corona può diventare infinito, secondo la nostra fantasia.
5. Creiamo il cerchio di rami
“Per realizzare la base della ghirlanda, passiamo i rami tra le mani da un’estremità all’altra centimetro per centimetro, tentando di piegarli leggermente e di riscaldarli tra i polpastrelli in modo da sfibrarli e renderli elastici. Poi attorcigliamo due di questi rami tra loro, quindi pieghiamoli delicatamente senza romperli fino a formare il cerchio. Poi aggiungiamone di nuovi intorno al primo cerchio, finché la struttura non ci appare solida. Alla fine, fermiamo i rami con del filo di ferro”, spiega Michela Pozzato.
6. Ricopriamo di verde la ghirlanda
“Prepariamo piccoli mazzi di conifere unendo i rametti a tre a tre con del filo di ferro. Fermiamo una estremità del filo a un punto della corona. Da quella posizione, poggiamo un mazzetto di conifera sulla base, giriamo intorno al suo gambo con il filo di ferro per fissare, quindi procediamo con altri mazzetti seguendo il verso del cerchio, avanzando con un mazzetto a destra, uno in centro e uno a sinistra, per coprire interamente la parte frontale della corona”, suggerisce la fiorista. “Alterniamo i colori delle conifere per un effetto più interessante, fino a completare il giro”.
7. Fissiamo le decorazioni
“Dotiamo le decorazioni di un laccetto di filo di ferro che servirà per ancorarle bene sulla corona. Per i fiori secchi come le ortensie e i rametti con le bacche, basta attorcigliare intorno al gambo un segmento di filo di ferro lungo circa 15 centimetri nella sua parte centrale. Per le pigne, facciamo ruotare il filo intorno al primo giro di squame. Per le rotelle di arancia e di mela, in gruppetti di tre, buchiamo vicino alla buccia per far passare il ferro. Poi iniziamo a fissare fiori e decorazioni passando il loro filo di ferro intorno alla base della corona. Per gli alchechengi, basta stendere il ramo in orizzontale e attorcigliargli sopra del filo”, raccomanda l’esperta. Per un risultato garantito, scegliamo uno o due colori in armonia, come il rosso o l’arancione, e due-tre tipi di decori, senza esagerare.
8. Le candele per la corona dell’Avvento
La corona da usare come centrotavola può anche accogliere delle candele colorate, a imitazione della corona dell’Avvento di derivazione nordica. Questa ghirlanda – la cui tradizione risale a metà Ottocento – prevedeva in origine 24 candele, una per ciascun giorno prima della Natività. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, si diffuse la versione con quattro ceri, da accendere uno per ogni domenica, per scandire le settimane che mancano al Natale. “Scegliamo candele decorative abbastanza spesse. Tagliano dei pezzetti di filo di ferro robusto lunghi circa dieci centimetri; infiliamo quattro di questi pezzetti di filo nella base della candela, per formare quattro perni a croce, quindi fissiamo la candela sulla corona chiudendo il filo di ferro dal di sotto”, afferma Pozzato.
9. La corona con i fiocchi… di riciclo
Per completare, secondo gusto, possiamo aggiungere alla corona dei fiocchi, ovviamente non in plastica, ma realizzati partendo da scampoli di tessuto. “Va bene una qualsiasi bella stoffa da riciclare che abbiamo in dimora, per esempio una vecchia camicia in tessuto scozzese. La tagliamo a strisce, prepariamo dei fiocchi e li applichiamo alla ghirlanda con il fil di ferro”, illustra Michela Pozzato. Con o senza i fiocchi, la corona non richiederà alcuna manutenzione, e in generale si potrà mantenere bella ben oltre la durata delle feste.
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10. Ricordiamoci di differenziare
Quando sarà ora di disfarci della corona, eliminiamo i fiocchi e il filo di ferro e differenziamo le parti vegetali nel contenitore dell’organico. Così facendo, saremo certi che le nostre Feste, oltre che belle, saranno anche un po’ più buone. Oltre a vestire la dimora con una bellezza e un’eleganza senza pari, il piccolo gesto di fare con le proprie mani una corona naturale ci fa riflettere su quale sia l’impatto ecologico del nostro Natale. Abbiamo mai pensato a quanta plastica entra ed esce dalle nostre case sotto forma di packaging e decori in pochi giorni? Giusto per fare un esempio, calcoli inglesi sulla Christmas pollution rivelano che Oltremanica ogni famiglia produce in media 115 chilogrammi di rifiuti in più durante le Festività, senza considerare gli sprechi per le illuminazioni non spente di notte e l’inquinamento causato dai botti. Aggiungiamoci l‘impronta ecologica degli alberi di Natale in plastica, che corrisponde a circa 40 chili di anidride carbonica per esemplare: dieci volte quella di un abete coltivato (calcolati sull’intero ciclo di vita del prodotto)… Ecco perché anche una corona naturale che magari nasce dal giardino di dimora può fare la differenza.
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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-12-10 08:29:28 ,
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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-12-10 08:29:28 ,
Il post dal titolo: Come creare una ghirlanda di Natale fai-da-te senza la plastica scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2022-12-10 08:29:28 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue