Per Umberto Eco, il fascismo è esistito prima della dittatura fascista in Italia. Ed è continuato ad esistere dopo il 25 aprile 1945. Non nella stessa forma o con le stesse modalità, ma nell’insieme delle sue caratteristiche culturali, psicologiche e comunicative. Eco lo ha chiamato Ur-fascismo, il fascismo originale o persistente, cioè precedente alla sua forma istituzionalizzata durante il ventennio. In grado di ripetersi e riproporsi. In termini moderni: un fascismo “inossidabile”.
Nell’aprile del 1995, tre mesi dopo la caduta del primo governo Berlusconi, Umberto Eco si trovava a New York, negli Stati Uniti, per tenere una conferenza alla prestigiosa Columbia University. Come tema del suo intervento aveva scelto il fascismo, partendo dalla propria esperienza diretta della dittatura da giovane, per arrivare a fornire una descrizione generale del fenomeno.
- Differenze tra fascismo e nazismo
- Il fascismo resiliente
- Il fascismo originario
- Il contrario di fascismo: l’antifascismo
Differenze tra fascismo e nazismo
Il presupposto di partenza di Eco è che il fascismo italiano “fu certamente una dittatura, ma non fu completamente totalitario, non per la sua mitezza, ma piuttosto per la debolezza filosofica della sua ideologia”. Un totalitarismo “confuso, collage di idee filosofiche e politiche diverse, un alveare di contraddizioni” privo di “una filosofia particolare” ma “saldamente ancorato ad alcuni fondamenti archetipici” a livello emotivo.
E mentre il nazismo era confinato all’interno di un programma politico completo, il Mein Kampf di Adolf Hitler, con la sua teoria del razzismo e del popolo eletto ariano, una precisa nozione di arte degenerata e una filosofia della volontà di potenza – per cui non si possono etichettare altri regimi come nazisti – il fascismo non si è mai strutturato con questa chiarezza e rigidità filosofica.
Proprio grazie alla mancanza di rigidità filosofica e all’assenza di tutti quegli elementi che hanno caratterizzato ogni forma successiva di totalitarismo, il concetto di fascismo è diventato un termine universale per descrivere diversi movimenti totalitari, perché anche eliminando “da un regime fascista una o più caratteristiche” questo “sarà ancora riconoscibile come fascista”.
Il fascismo resiliente
Infatti, “il gioco fascista può essere giocato in molte forme e il nome del gioco non cambia”. Se togliamo “l’imperialismo dal fascismo, ci sono ancora Franco e Salazar”, i dittatori di Spagna e Portogallo caduti rispettivamente solo nel 1975 e nel 1974, “togliete il colonialismo e avrete ancora il fascismo balcanico degli ustascia”. Aggiungete al fascismo italiano “un radicale anticapitalismo (che non ha mai affascinato Mussolini) e avrete Ezra Pound”.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-04-25 08:30:00 ,