di Marta Musso
La pandemia non è ancora finita. Quel che è successo in questi anni lo sappiamo bene, ma cosa accadrà nei prossimi? A rispondere oggi sono gli esperti dell’International science council (Isc), organizzazione che aggrega oltre 200 associazioni scientifiche internazionali, che in un nuovo report suggeriscono che la pandemia potrebbe durare altri 5 anni. Come si evolverà questa crisi globale in corso dipenderà, in definitiva, da noi.
Ecco perché gli scienziati, un gruppo di 20 esperti di salute pubblica, virologia, economia, etica, scienze comportamentali e sociologia, hanno delineato nel loro nuovo lavoro 3 plausibili scenari pandemici che potrebbero verificarsi entro il 2027. L’obiettivo è proprio quello di fornire alcune azioni preventive che il mondo può intraprendere per ridurre al minimo l’impatto futuro della pandemia. Ecco, quindi, nel dettaglio i tre scenari appena pubblicati dall’International Science Council.
Il primo scenario possibile è il più ottimistico. Se nei prossimi anni la percentuale di persone completamente vaccinate contro Covid-19 aumenterà a livello globale da circa il 60% a oltre l’80% non solo potrebbero essere salvate molte vite, ma anche il rischio di nuove varianti del coronavirus potrebbe essere ridotto. E, di conseguenza, potrebbero esserci notevoli benefici anche per altri aspetti, come la salute mentale, l’economia e lo sviluppo sostenibile. Tuttavia, come raccontano gli autori, il coronavirus non scomparirà del tutto, ma la sua diffusione diventerà molto più gestibile.
Nello scenario successivo, il secondo, gli scienziati pongono l’attenzione sul fatto che finora i governi hanno “prolungato” la pandemia, concentrandosi principalmente sulle strategie nazionali anziché sulla collaborazione internazionale. Per questo motivo, se questa tendenza continuerà, il risultato più probabile è che i tassi di vaccinazione rimarranno inferiori al 70%. Se non aumenteranno, quindi, il nuovo coronavirus potrebbe diventare endemico con picchi stagionali che travolgerebbero gli ospedali in diverse nazioni e richiederebbero vaccini aggiornati e l’uso di farmaci antivirali. Entro il 2027, in poche parole, si potrebbe assistere a un’esacerbazione delle disuguaglianze globali, con i Paesi a basso reddito che si ritroveranno a dover affrontare il collasso del sistema sanitario e della sicurezza alimentare. “Anche se la fase acuta della pandemia sta volgendo al termine in quei Paesi con alti tassi di vaccinazione, i rischi rimarranno elevati per quelli che non hanno accesso a un vaccino efficace”, si legge dal rapporto. “Potrebbero ancora emergere nuove varianti e la vigilanza, il vaccino e lo sviluppo terapeutico rimangono essenziali. I governi devono riconoscere che la miriade di problematiche legate alla pandemia non sarà risolta rapidamente e non devono fingere che la crisi sia finita solo perché la mortalità è ridotta”.
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www.wired.it
2022-05-17 09:49:25