C’è stato un momento, nella storia recente, in cui per la prima volta è stato possibile fare da casa quello che nessuno aveva mai fatto prima, almeno con quella scala. Quel momento è stato il 1982, l’anno in cui vennero commercializzati due tra i primissimi home computer (o micro computer, come venivano chiamati): il Commodore 64 e lo ZX Spectrum.
In buona sostanza: due “scatole” di plastica che racchiudevano la scheda logica del computer e la tastiera e permettevano, una volta collegate al televisore di casa e a un registratore che fungeva da memoria di massa, di avere un set completo per tutto: programmare, giocare, studiare, persino collegarsi alle prime BBS (le la rete di bacheche online, antenate di Internet) previo acquisto di un costosissimo modulatore-demodulatore da accoppiare alla cornetta del telefono fisso di casa.
Certo, prima dell’americana Commodore (in realtà nata in Canada) con il suo C64 e della britannica Sinclair Research con il suo ZX Spectrum, c’è stato molto altro. Un computer per tutti: l’Apple II, costosissimo ed estremamente potente, creato nel 1977 da Steve Wozniak e uscito definitivamente di produzione solo nel 1993 nella versione IIe. E poi c’erano gli home computer (Acorn, Atari e BBC, per esempio), le prime console (ancora Atari, l’Intellivision di Mattel) e i primi P.C. compatibili, sanzionati da Ibm nel 1981.
Ma la coppia dei due computer per ragazze e ragazzi che ha cambiato la storia dell’informatica è un’altra. Sono il Commodore 64 e ZX Spectrum. E nessuno potrà mai rubare loro questo primato.
Fratelli della preistoria digitale
Nati entrambi nel 1982, basati su una architettura di processore a 8 bit e con 64 Kilobyte di memoria di serie (per il Commodore) o 16-48 per lo Spectrum (a seconda delle versioni), visti con gli occhi di oggi sono due creature preistoriche, due computer del paleolitico. Eppure, per tutti gli anni Ottanta sono stato l’oggetto del desiderio e lo strumento più amato da due generazioni di ragazzini. E ancora oggi, grazie all’amore degli appassionati e a un certo mercato sia per l’usato che per nuove produzioni software e hardware dedicate, sono ancora vivi, anche se in una loro speciale nicchia.
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di Antonio Dini www.wired.it 2023-12-16 05:40:00 ,