Le piante non camminano, o meglio non camminano sulle proprie gambe, ma si spostano, eccome, grazie all’acqua, al vento e agli animali, che aiutano a disperdere i semi. E in alcuni casi la possibilità di viaggiare è l’unica possibilità di sopravvivere per le piante. Per esempio, se il clima cambia, cambiare dimora, andando a vivere dove le condizioni ambientali lo permettono rappresenta il modo che hanno le piante di adattarsi e continuare a prosperare, purché sia garantito il trasporto. Eppure, la perdita di animali osservata a livello globale mette a rischio questo processo di adattamento. Anzi, lo ha già fatto, racconta oggi un gruppo di ricercatori sulle pagine di Science.
Biodiversità
Treviso sta perdendo le rondini: “Segnali inquietanti del cambiamento climatico”
di
Adriano Agostini
La perdita di uccelli e mammiferi ha ridotto del 60% la capacità delle piante di adattarsi al clima, evidenziando una “forte sinergia tra defaunazione e cambiamento climatico che mina la capacità di resilienza della vegetazione”. Motivo per cui è quanto mai fondamentale non solo preservare gli habitat, ma anche tutte le loro interazioni, avvertono gli esperti.
Biodiversità
Se spariscono i primati, con i loro i parassiti, si rischia un’estinzione a cascata
di
Simone Valesini
Che la perdita di animali possa avere ripercussioni importanti anche per la vegetazione è quasi ovvio considerato che, come ricordano gli autori introducendo i loro risultati, circa metà delle piante utilizzano gli animali per la dispersione dei loro semi. Ma che impatto potesse avere questo alla luce dei cambiamenti climatici, ovvero sulle capacità delle piante di adattarsi spostandosi non era noto. Per capirlo il team guidato da Evan Fricke della Rice University ha messo insieme dati diversi, come quelli sulla dispersione di semi disponibili per 400 diversi reti locali in cui erano stato registrati, quelli sul movimento di centinaia di specie animali che disperdono i semi (compresi i tempi in cui questi vengono ritenuti dagli animali) ed esperimenti sulla germinazione dei semi trasportati o no. I ricercatori hanno quindi elaborato delle mappe e delle stime ipotizzando scenari diversi oltre quello attuale, ovvero ammettendo in un caso che le estinzioni o le restrizioni subite da mammiferi ed uccelli non fossero avvenute, o d’altra parte ammettendo invece che avvenissero per le specie considerate a rischio. Nei loro modelli, realizzati anche grazie ad approcci di machine learning, i ricercatori hanno considerato anche gli effetti del cambiamento climatico, includendo dati relativi a temperature e precipitazioni.
Quello che gli scienziati hanno osservato è che negli ultimi anni c’è stato un declino nella dispersione dei semi, soprattutto nelle regioni temperate di Europa. Americhe e Australia, rispetto ai livelli considerati naturali, e che la perdita delle specie a rischio potrebbe colpire in modo particolare il Sud-est asiatico e il Madagascar, ma interessare anche alcune aree dell’Africa e del Sudamerica, per esempio. Tenendo in considerazione anche gli effetti del clima, i ricercatori stimano che la perdita già osservata degli animali ha portato a una diminuzione di quasi il 60% della capacità delle piante di tenere il passo dei cambiamenti climatici con la dispersione dei semi. La perdita delle specie oggi a rischio potrebbe contribuire per un ulteriore 15%, aggiungono i ricercatori. Le regioni più critiche sono quelle del Nord America e dell’Europa (soprattutto per la perdita di grandi mammiferi, spiegano), ma per il futuro le specie in pericolo potrebbero peggiorare la situazione per il Sud-est asiatico.
Biodiversità
Clima, nel 2070 potremmo non vedere più la salamandrina: è in pericolo assieme al 33% degli anfibi
di
Cristina Nadotti
“Non solo le attività umane hanno causato un rapido cambiamento del clima – portando a spostamenti su larga scala da parte delle piante – ma la perdita di uccelli e mammiferi ha ridotto la capacità delle piante di spostare i loro areali”, concludono nel paper gli autori, aggiungendo come la frammentazione degli habitat e gli stravolgimenti nell’uso del suolo non potranno che peggiorare questi effetti. “Quando perdiamo uccelli e mammiferi non perdiamo solo specie. L’estinzione e la perdita di habitat danneggia le reti ecologiche complesse – ha aggiunto Fricke, in una nota dell’università – Questo studio mostra che i declini animali possono distruggere le reti ecologiche in modi che minacciano la resilienza climatica di interi ecosistemi su cui facciamo affidamento”.
Source link
[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-01-19 10:19:40 ,
www.repubblica.it