Anche se al momento il sistema ospedaliero si sta dimostrando in grado di rispondere all’aumento dei ricoveri per Covid-19, la situazione epidemiologica in Italia è di allerta poichè, con questo tasso di crescita dei casi, il rischio comunque di intasare gli ospedali è forte perché si può arrivare a 2 milioni di positivi. E’ questa la previsione della Fondazione Gimbe, mentre la preoccupazione per la diffusione della più infettiva variante Omicron del virus SasrCov2 sale dopo gli ultimi dati diffusi dall’Istituto superiore di sanità, che attestano come la sua prevalenza abbia raggiunto il 28,4% nei campioni delle acque reflue e sia in forte aumento.
Più casi di Covid, anche se all’alto numero dei contagiati “non corrisponde un parallelo incremento dei ricoveri”, ma, “con questo tasso di crescita rischiamo comunque di intasare gli ospedali perché si può arrivare a due milioni di positivi”: a parlare è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo alla trasmissione ‘L’Italia s’è destà su Radio Cusano Campus. “Tutte le misure messe in campo finora dal governo – ha affermato – sono una sommatoria di pannicelli caldi che non riescono a rallentare la circolazione del virus”, spiegando poi che serve più smart working per contribuire a rallentare la circolazione.
“Abbiamo una quantità enorme di casi, mai vista – prosegue Cartabellotta – tanto che molti hanno definito la Omicron come il virus più contagioso della storia e i numeri che stiamo vedendo la dicono chiaro in questo senso. Abbiamo in media mobile circa 100mila casi al giorno”. E avere 100mila persone positive al giorno significa che “1100 vengono ricoverate in area medica e 120 in terapia intensiva. Sicuramente è dovuto all’aumento delle dosi booster e ci auguriamo anche che la Omicron sia meno virulenta”. Se la congestione degli ospedali è “meno veloce, però comunque l’impatto c’è e con questo tasso di crescita rischiamo di arrivare a 2 milioni di positivi e se anche il tasso dei ricoveri fosse l’1%, avremmo 20mila persone in ospedale”. Per Cartabellotta bisogna dunque provare ad abbassare la circolazione del virus. In primis, “bisogna limitare i contatti sociali, magari aumentando lo smart working”.
“Mi auguro un picco di contagi entro il mese di gennaio – spiega poi Massimo Galli ad Agorà, su Rai Tre. – Da come sale, la curva non lascia fare previsioni certe. Sicuramente per un giorno o 2 avremo meno tamponi e, in percentuale, più contagiati, perché in questi giorni di festa li fa solo chi ha sintomi o contatti diretti con positivi, ma cambia poco, perché tampone o non tampone, la diffusione è un dato di fatto. Realisticamente mi aspetto ancora una crescita per diversi giorni e questo credo imponga prudenza” prevede Galli, ordinario fuori ruolo di malattie infettive presso l’Università Statale di Milano. “E’ possibile – ha poi detto Galli a Sky Tg24 – che si arrivi ai 200mila contagi al giorno anche in Italia.
In tale contesto, secondo le previsioni del matematico del Cnr Giovanni Sebastiani, la cartina dell’Italia si prepara a cambiare nuovamente colori: se i dati di domani confermeranno il trend degli ultimi giorni, venerdì prossimo Toscana e Umbria saranno dichiarate gialle, mentre la Liguria scivolerà in arancione, un destino che potrebbe toccare anche al Piemonte fra una decina di giorni e alle Marche fra poco meno di tre settimane, anche se questi tempi potrebbero accorciarsi per via dell’influsso ritardato dell’impennata dei contagi negli ultimi dieci giorni.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-01-03 19:38:14 ,www.repubblica.it