Fanno un ottimo lavoro, sia sul lato della performance attoriale sia – e soprattutto – su quello della preparazione atletica e marziale, i giovani interpreti di Yu, Kurama, Kuwabara e Hiei. Anche loro vantano una discreta esperienza nella nicchia dei live action: Kitamura è in Tokyo Revengers, Shison in High & Low, Uesugi in My Boyfriend in Orange mentre Hongo vanta una carriera impressionante tra Full Metal Alchemist, Inuyashiki, Gantz, Attack on Titan, Nana 2 e altri. Quest’ultimo e Uesugi, nei panni rispettivamente di Hiei e Kuwabara – sono due comprimari in grado spesso e volentieri di rubare la scena all’Urameshi di Kitamura. Lascia un po’ perplessi l’omologazione estetica dei personaggi nel passaggio dall’iconografia del manga a quella della serie: l’eterogeneo gruppetto formato dal minuto Hiei, da Kuwabara col suo aspetto da gorilla, da Toguro con le sue sembianze da Yakuza si trasforma in un team di giovanotti carini e fisicamente simili. Lo stesso trattamento viene riservato, addirittura, a Koenma (piccolo Enma) che mantiene per tutto il tempo il suo aspetto da adolescente (completo, per fortuna, di ciuccio e della scritta Jr sulla fronte) mentre non lo si vede mai con il suo aspetto originale di bimbo. In una serie fantasy dove il budget è risicato, a rimettersi è l’estetica: accurata la ricostruzione in location, i costumi, il trucco e parrucco, poco entusiasmante il ricorso alla Cgi. Il J-drama è comunque rispettabilissimo sul lato action, specialmente nell’estenuante scontro finale e nel complesso è un gradevolissimo intrattenimento. Datecene di più.
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di Lorenza Negri www.wired.it 2023-12-14 12:00:00 ,