La Corte d’Appello di Torino ha confermato la condanna all’ergastolo, già emessa in primo grado, nei confronti di Massimo Bianco, guardia giurata di 50 anni che il 7 maggio 2021 uccise a colpi di pistola l’ex moglie, Angela Dargenio.
La Corte d’Assise d’Appello di Torino ha confermato la condanna all’ergastolo, già emessa in primo grado, nei confronti di Massimo Bianco, guardia giurata di 50 anni che il 7 maggio 2021 uccise a colpi di pistola l’ex moglie, Angela Dargenio. L’imputato dichiarò di avere agito per gelosia: la sera precedente aveva notato la donna, in strada, in compagnia di un altro uomo.
Sia il procuratore generale Marcello Tatangelo che l’avvocato di parte civile per i figli della coppia, Stefano La Notte, hanno insistito affinché all’uomo non venissero concesse le attenuanti generiche. “È stato – ha detto il legale – un comportamento crudele. Lei era a terra agonizzante e lui ha atteso qualche minuto per spararle l’ultimo colpo”.
“Questo omicidio – ha aggiunto – è figlio di una cultura malata, una sub cultura per cui una donna non si può e non si deve mai separare dal marito. È stato terribile vedere che a sostenere le ragioni di Bianco c’era la suocera, secondo la quale, addirittura, Angela se l’era cercata”. L’imputato è stato descritto come geloso e morbosamente possessivo. Dopo la separazione era andato a trasferirsi in un appartamento della stessa palazzina di corso Novara in cui abitava la donna.
Nelle motivazioni della condanna di primo grado si legge, in particolare, che “la sequenza degli spari esplosi è in sostanza qualificabile come una vera e propria esecuzione“.
Per il giudice l’assassino ha agito “con freddezza e concludendo la propria azione con la spietata esecuzione della ex moglie colpendola al capo. Proprio l’esplosione del proiettile indirizzato alla testa della Dargenio, offre la chiave di lettura più univoca rispetto all’interpretazione delle intenzioni del Bianco. La circostanza che tale colpo sia stato sparato quando la donna si trovava distesa a terra porta a ritenere che con il proiettile indirizzato al capo abbia voluto assicurarsi il decesso della donna che, a quel punto, non poteva che essere già agonizzante viste le massive lesioni in precedenza causate alla zona toracica ed agli organi interni, eliminando in radice ogni possibilità di sopravvivenza della vittima”.
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di Davide Falcioni
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2023-01-11 20:27:09 ,