Cosa accadrà al Movimento 5 Stelle dopo il post con cui Beppe Grillo “licenziato” Giuseppe Conte nel ruolo di nuovo capo della creatura politica fondata dal comico genovese? L’ex premier, messa da parte la speranza di avere a che fare con un «genitore generoso» e non un «padre padrone», ha detto di esserci rimasto male «ma non tanto per me. Questa svolta autarchica credo sia una mortificazione per una intera comunità che io ho conosciuto bene e apprezzato di ragazze e ragazzi, persone adulte che hanno creduto in certi ideali. È una grande mortificazione per tutti loro».
Ora bisognerà attendere le decisioni di Conte che all’interno del Movimento può contare sull’appoggio di una pattuglia di parlamentari “contiani” concentrati al Senato. È un’ulteriore anima del MS5, aggiunta a quelle tradizionali degli ortodossi e dei governisti. Oltre ai fedeli a Grillo. In mezzo il gruppo dei pontieri, così attivo in questi giorni da poter apparire, esso stesso, come una “corrente”, che non è riuscito a evitare la rottura. Un’assemblea dei deputati è convocata per mercoledì 30 giugno alle ore 19. Nei prossimi giorni dovrebbe svolgersi la votazione proposta da Grillo per il Comitato direttivo previsto dall’attuale Statuto. Sarà sulla piattaforma Rousseau.
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I contiani
Al Senato sono la maggioranza e molti potrebbero seguire l’ex premier se strappasse con il M5S costituendo un proprio gruppo parlamentare. Sono governisti ma segnati da un crescente scetticismo nei confronti dell’esecutivo Mario Draghi fautori di un “campo largo” del centrosinistra che veda, fianco a fianco, Enrico Letta e Conte. Tra i membri del governo, vicino a Conte sono il capodelegazione Stefano Patuanelli («Penso che Conte è una risorsa per il M5S e continuo a pensarlo. Conte è stato premier del Movimento per due governi») e la sottosegretaria al Mise Alessandra Todde, il sottosegretario ai Trasporti Giancarlo Cancelleri. La vicepresidente del Senato Paola Taverna, il capogruppo a Palazzo Madama Ettore Licheri, il senatore ed ex sottosegretario Mario Turco potrebbero essere considerati anche loro vicinissimi all’ex premier. Contiani sono pure il reggente Vito Crimi e Alfonso Bonafede. A Strasburgo, a guidare gli europarlamentari “contiani” c’è Fabio Massimo Castaldo.
Anche alla Camera Conte può comunque fare perno su un consistente gruppo di potenziali “fedelissimi”: da Michele Gubitosa a Davide Serritella fino a Luigi Iovino.
I difensori di Grillo
Sono i “neo-ortodossi”, ovvero gli esponenti della vecchia guardia, intenzionati a non stravolgere in maniera a loro giudizio eccessiva, lo scheletro fondante del Movimento. Non sono (almeno in apparenza) contro Conte ma reputano la permanenza dell’ex comico un punto da cui non si può prescindere. Al Senato possono contare su Danilo Toninelli, alla Camera su Carla Ruocco, sul capogruppo Davide Crippa, sul presidente della commisisone Politiche Ue Sergio Battelli o sull’ex ministro Vincenzo Spadafora. A loro si aggiungono diversi deputati al primo mandato, critici sulla possibilità della deroga ai due mandati. Molti di loro (da L uca Carabetta a Giovanni Currò fino a Maria Pallini) pochi mesi fa hanno dato vita alla corrente “Innovare”.