SHARM EL-SHEIKH. Accelerazione improvvisa a Cop27, proprio mentre iniziano i tempi supplementari di una Conferenza sul clima che sarebbe dovuta terminare oggi: il controverso fondo per il Loss and damage si farà. Questa almeno è la valutazione di alcuni degli analisti che stanno seguendo le trattative qui a Sharm El Sheikh e che sono in continuo contatto con le delegazioni.
“Le tre proposte rimaste sul tavolo”, fa notare Jacopo Bencini, di Italian climate network, “prevedono tutte l’istituzione di un fondo per le perdite e i danni. Non c’è ancora accordo, ma pare si stia convergendo su una delle tre”. Se così fosse, sarebbe una clamorosa vittoria per la presidenza egiziana della Cop27 che aveva “imposto” il tema del Loss and damage nell’agenda di questa 27esima Conferenza Onu sul clima. Sarebbe, più in generale una vittoria per l’Africa e per i Paesi vulnerabili che da tempo chiedono ai Paesi “responsabili” dell’emergenza climatica di rimediare economicamente alle perdite e ai danni causati dagli eventi meteo estremi.
La prima delle tre proposte è quella con la quale il capo della delegazione europea Frans Timmermans aveva tentato di sparigliare le carte e rompere la situazione di stallo nella notte tra giovedì e venerdì: sì al fondo, a patto che sia dedicato solo ai “più vulnerabili”. Insomma, ok aiutare con questo strumento le piccole isole del Pacifico, ma non per esempio il Pakistan (dove le alluvioni estive hanno causato danni stimati in 30 miliardi di dollari). La preoccupazione dell’Europa, infatti, è che il Loss and damage, in assenza di criteri precisi sui possibili beneficiari, possa trasformarsi in un pozzo senza fondo. La proposta Ue inoltre prevede che nel testo finale di Cop27 si registri che, come suggerito dagli scienziati dell’Ipcc, il picco delle emissioni di gas serra vada raggiunto nel 2025. Irricevibile per la Cina.
La proposta di Pechino, insieme al G77 (gruppo di 134 Paesi in via di sviluppo), è invece quella di un fondo per il Loss and damage con finanziamenti a fondo perduto da parte dei Paesi industrializzati. Irricevibile da Ue e Usa per i motivi di cui sopra.
Ecco perché ad essere in pole position in queste ore sembra essere la proposta avanzata dalla Germania come presidente di turno del G7: un mix di strumenti finanziari per il Loss and damage, tra cui il fondo ma anche il Global shield against climate risks, una sorta di copertura assicurativa contro gli eventi meteo estremi, in cui Berlino ha già messo molti milioni di euro.
Se le sensazioni di queste ore fossero confermate dalle ultime trattative (c’è chi teme in realtà un prolungamento dei negoziati fino a domenica mattina) questa Cop si tradurrebbe in un grande successo diplomatico, oltre che dell’Egitto, anche della Germania, presente nelle ultime fasi dei negoziati con la sua ministra degli Esteri, la Verde Annalena Baerbock, e l’Inviata speciale per il clima Jennifer Morgan (ex direttrice di Greenpeace International). Grandi assenti gli Stati Uniti, guidati qui da John Kerry. Ma sapremo nelle prossime ore se hanno lavorato nell’ombra per raggiungere un accordo, dopo la ripresa del dialogo con i cinesi.
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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-11-18 19:27:01 ,
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Il post dal titolo: Cop27 verso la chiusura ma resta il nodo degli aiuti finanziari ai Paesi vulnerabili al rischio climatico scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2022-11-18 19:27:01 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue