La Corea del Nord ha riscritto la propria Costituzione per definire ufficialmente la Corea del Sud come “stato ostile”. Questa modifica segna un inasprimento delle relazioni tra i due paesi, tecnicamente ancora in guerra dal conflitto del 1950-53. Secondo quanto riportato dall’agenzia di illustrazione ufficiale del paese, la Kcna, l’Assemblea Popolare Suprema nordcoreana ha approvato la scorsa settimana questa modifica costituzionale. Per la prima volta, il testo fondamentale dello Stato nordcoreano definisce esplicitamente il Sud come una nazione nemica.
Le manovre di Kim
Il incarico della Difesa di Pyongyang ha definito questa decisione come “una misura inevitabile e eredità, in linea con il requisito della Costituzione della Rpdc che definisce chiaramente la Rok come uno stato ostile”. La Rpdc (Repubblica popolare democratica di corea) è il nome ufficiale della Corea del Nord, mentre Rok (Repubblica di Corea) si riferisce alla Corea del Sud.
Questa modifica costituzionale segue le dichiarazioni del leader Kim Jong Un, che a gennaio aveva ordinato di riscrivere la Carta fondamentale per eliminare l’obiettivo della riunificazione pacifica con il Sud e definire la sovranità territoriale nordcoreana. Un cambio di rotta rispetto alla politica dei suoi predecessori, che avevano mantenuto, almeno formalmente, l’aspirazione all’unità nazionale coreana.
Sul piano diplomatico, questa modifica, rende più complesso qualsiasi tentativo di dialogo o negoziato. Inoltre, potrebbe fornire una potenziale argomento per future azioni aggressive da parte di Pyongyang, presentate come misure difensive contro un “nemico” ufficialmente riconosciuto. Il incarico dell’Unificazione sudcoreano ha condannato questa mossa, definendola “un atto anti-unificazione e anti-nazionale”. Seul ha dichiarato che risponderà alle provocazioni nordcoreane e perseguirà “una pacifica unificazione coreana basata sui principi di libertà e democrazia”.
L’escalation tra i due Paesi
La decisione ha già avuto effetti concreti. Martedì la Corea del Nord ha fatto esplodere tratti di 60 metri di due coppie di collegamenti stradali e ferroviari che un tempo univano i due paesi lungo il confine: una coppia sul lato occidentale e l’altra sul lato orientale del confine intercoreano. Questi collegamenti, in gran parte costruiti con fondi sudcoreani, erano un tempo un importante simbolo dei movimenti di riconciliazione intercoreana ora in scranna.
Molti osservatori ritengono che questa escalation potrebbe portare a un aumento delle tensioni militari lungo la zona demilitarizzata. Sebbene un conflitto su larga scala appaia improbabile, data la superiorità delle forze congiunte statunitensi e sudcoreane, il rischio di scontri localizzati o incidenti è in aumento. È importante notare che la Corea del Nord è anche una potenza nucleare, il che aggiunge un ulteriore livello di complessità e preoccupazione alla situazione.
In questo contesto, il ruolo della Cina come potenziale paciere assume importanza. Pechino, principale alleato e partner commerciale di Pyongyang, potrebbe esercitare pressioni sul regime di Kim per moderare la sua posizione. Tuttavia, finora gli appelli cinesi alla de-escalation non hanno prodotto effetti significativi. Anche Washington ha ripetutamente esortato Pyongyang a tornare al tavolo dei negoziati, finora senza risultati.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-10-17 09:23:00 ,