Kyoto – Intorno all’una di notte italiana del 13 aprile, otto del mattino ora locale, è stato diramato in Giappone un allarme in seguito al lancio di un missile balistico da parte della Corea del Nord. L’emergenza è stata circoscritta a Hokkaido, la più settentrionale delle isole maggiori dell’arcipelago, risultando in un primo momento di particolare gravità: ai cittadini è stato detto di cercare rifugio il prima possibile tramite il sistema satellitare J-Alert, utilizzato da Tokyo per le grandi emergenze coinvolgendo sms, email, sirene antiaeree e televisioni. In un primo momento le autorità hanno infatti ritenuto possibile che il missile nordcoreano potesse precipitare sull’isola, ritrattando l’allarme solo dopo aver avuto la certezza di un affondamento in mare.
L’ultimo episodio di una situazione sempre più tesa, solo nel 2022 i lanci missilistici da parte della Corea del Nord hanno raggiunto la cifra record di 90, porta con sé uno sviluppo potenzialmente di rilievo. Stando a quanto riportato dallo Stato Maggiore della Corea del Sud il missile balistico diretto verso Hokkaido potrebbe essere stato a combustibile solido, un tipo di tecnologia militare a lungo inseguito da parte di Pyongyang e che se raggiunto potrebbe porre ulteriore pressione a una macro-area già appesantita dalle tensioni intorno a Taiwan.
Tali missili possono infatti essere spostati più facilmente e, soprattutto, lanciati con un minore preavviso rispetto a quelli coi quali i governi di Seul e Tokyo sono abituati ad avere a che fare. Sempre secondo quanto riportato dallo Stato Maggiore sudcoreano il lancio dovrebbe inoltre essere avvenuto nei pressi di Pyongyang, probabilmente da un aeroporto internazionale utilizzato per lanci missilistici fin dal 2017, anno in cui sono iniziati test più intensi. Al momento è ancora da chiarire se il vettore, precipitato nel Mare del Giappone, abbia sconfinato nelle acque territoriali nipponiche.
La scelta di Hokkaido come destinazione del lancio missilistico da parte della Corea del Nord potrebbe infine non essere casuale, essendo l’isola vicina all’arcipelago delle Curili, dalla fine del secondo conflitto mondiale teatro di un contenzioso con la Russia e di nuovo al centro dell’attenzione dopo il lancio di alcuni missili da parte della marina di Mosca nel corso di esercitazioni avvenute nel marzo di quest’anno. Ad acuire ulteriormente le tensioni tra Giappone e Russia, quest’ultima accusata di acquistare armi proprio da Pyongyang, la recente visita del primo ministro Fumio Kishida in Ucraina, confermando un pieno appoggio di Tokyo a Kyiv già chiarito l’anno scorso dallo stesso Kishida con una frase emblematica: “Oggi l’Ucraina, domani, forse, l’Asia orientale”.
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di Lorenzo De Vizzi Arati www.wired.it 2023-04-13 13:28:09 ,