di Anna Lisa Bonfranceschi
L’Olanda per esempio ha dichiarato lockdown fino al prossimo 14 gennaio, con misure che abbiamo, ahinoi, imparato a conoscere bene: rimanere a dimora il più possibile; cinema, teatri, parrucchieri chiusi; non più di due visitatori per dimora bambini esclusi, quattro nei giorni di festa. E anche il Regno Unito anche è corso ai ripari, con misure di diversa forza nelle diverse nazioni. Più restrittive per esempio in Scozia, dove però prenderanno avvio dopo Natale, meno nell’Irlanda del Nord. Ma cosa conferisce a omicron questo vantaggio in termini di crescita?
Cosa rende omicron così infettiva e trasmissibile?
Qualche risposta l’ha data sempre Van Kerkhove, spiegando come la ragione vada ricercata in alcune delle mutazioni identificate nella variante, molte delle quali a carico della proteina spike, che potrebbero favorirne la trasmissione. Le prime ipotesi sul ruolo di queste mutazioni erano state avanzate poco dopo la notizia dell’arrivo di una nuova variante: si sospettava infatti che alcune aiutassero il virus a legare meglio il recettore Ace 2, la porta di ingresso di Sars-Cov-2 nelle cellule dell’ospite. Anche i dati che arrivano da uno studio (parliamo di un pre-print ancora, e di dati da laboratorio) confermerebbero una maggiore infettività – più efficiente scrivono gli autori – di omicron (sempre mediata dal recettore Ace 2), sia rispetto alla variante delta che alla versione originaria del coronavirus.
Ma non solo: secondo i risultati emersi da una ricerca che ha analizzato la capacità infettiva di diverse versioni del coronavirus su tessuti umani, omicron nei bronchi riesce a replicarsi 70 volte più velocemente rispetto ad altre varianti di Sars-CoV-2, mentre è meno brava delle altre a farlo nei polmoni. E questo potrebbe rendere ragione in parte della velocità di trasmissione della variante, anche considerando che in questo modo diventerebbe più facile produrre aerosol che veicolino particelle virali, ha confidato Don Milton della University of Maryland a StatNews commentando la notizia.
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Ma le mutazioni sulla proteine spike, e in generale sulla variante, potrebbero avere anche un effetto diverso, più indiretto, in grado di spiegare la facilità di trasmissione del virus. Se una variante è così diversa da eludere le risposte immunitarie – e omicron, come detto, sembrerebbe farlo – può infatti re-infettare più facilmente anche quelle vaccinate o già esposte al virus, e in qualche modo immunizzate. E questo contribuisce a favorirne la circolazione nella gente. Lo ricorda Scientific American, citando le discussioni e i modelli di Trevor Bedford del Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle, che nei giorni scorsi aveva elaborato delle previsioni tenendo conto tanto la capacità intrinseca di infezione di omicron che appunto la sua abilità di sfuggire al sistema immunitario.
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www.wired.it
2021-12-24 06:00:00