di Viola Rita
Per ora sembra essere responsabile del 6% dei contagi. Si tratta di una forma che deriva dalla delta: è potenzialmente è un po’ più infettiva, ma per ora non desta preoccupazione
La sorveglianza precoce con il sequenziamento del genoma di Sars-Cov-2 permette di individuare tempestivamente nuove mutazioni e nuove varianti del virus. La variante delta continua a dominare, in Italia e in Europa, ma oggi oggi una nuova sotto-variante, sua discendente, è apparsa e ha iniziato a diffondersi nel Regno Unito. Questa nuova forma, chiamata delta plus, si caratterizza per la presenza aggiuntiva di una nuova mutazione, identificata nel luglio 2021 e indicata dalla sigla AY.4.2. Nel Regno Unito, dove rappresenta il 6% dei casi, la delta plus non desta per ora preoccupazione, come riporta un articolo della Bbc, che ne ha appena dato notizia, anche se i ricercatori sono già attivi nel monitoraggio e nello studio del nuovo ceppo.
I rischi della variante delta plus
La nuova forma si chiama delta plus e non è da confondere con uno dei sotto-lignaggio della variante delta, AY.1, già noto e catalogato, che era stato chiamato appunto con lo stesso nome. Per ora, secondo quanto si legge sulla Bbc, gli esperti ritengono improbabile che prenda il sopravvento in tempi rapidi o che possa sfuggire agli attuali vaccini. I
n ogni caso, contiene delle mutazioni che potrebbero fornire qualche vantaggio al virus. “Potrebbe essere un ceppo leggermente più contagioso”, spiega alla Bbc Francois Balloux, direttore dell’Istituto di genetica alla University College di Londra. Probabilmente, aggiunge, “parliamo in questo caso di un aumento fino al 10%. Non ha nulla a che vedere pertanto con varianti come la alfa o la delta, che erano più trasmissibili del 50-60%”. Insomma secondo l’esperto è bene evitare qualsiasi allarmismo, sempre mantenendo alta l’attenzione.
Una sottovariante ancora da studiare
Ad oggi non c’è alcuna allerta e la nuova delta plus non è per ora classificata fra le varianti che destano preoccupazione e nemmeno fra quelle da porre sotto stretta osservazione (le varianti di interesse) secondo i criteri dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Tuttavia, anche se ufficialmente non è in queste categorie, è comunque posta sotto la lente dei ricercatori, che stanno cercando di conoscere meglio le sue caratteristiche, da quanto facilmente o rapidamente si trasmette alla potenza con cui può infettare.
In particolare, presenta delle mutazioni, fra cui Y145H e A222V, comuni a vari lignaggi di coronavirus diffusi dall’inizio della pandemia ad oggi. I virus, in particolare quelli a rna come Sars-Cov-2, cambiano costantemente e finora si sono registrate migliaia di mutazioni di questo coronavirus. In generale la maggior parte di queste non ha un impatto significativo, passa cioè inosservata, mentre qualcuna può conferire un vantaggio più o meno rilevante al patogeno a seconda della posizione e del ruolo della parte mutata. Ancora non sappiamo molto sulla delta plus, anche se gli esperti indicano che al momento non sembra riuscire a stravolgere la diffusione della malattia.
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www.wired.it
2021-10-20 14:54:59