Torre del Greco. Aveva lasciato i due «caffè» con i potenziali concorrenti per una candidatura a sindaco sotto il simbolo del Pd per ultimi, al termine di un primo (positivo) giro di consultazioni con gli alleati di area democrat. E per l’occasione aveva deciso di non arrivare al tavolo con il nuovo «promoter elettorale» Domenico Maida – l’ex delfino dell’onorevole Nello Formisano, fresco di furibonda lite con il vecchio mentore all’interno dell’ufficio elettorale del Comune – bensì con la «scorta» dell’avvocato Massimo Meo, il segretario cittadino del disastro sfociato nella mancata presentazione della lista del Pd nel 2018. Ma gli accorgimenti adottati da Luigi Mennella, in campo già da gennaio per provare a centrare (finalmente) un obiettivo inseguito da 15 anni, non sono bastati per evitare la prima frenata della corsa alle urne: «Apprezziamo la linea del dialogo e concordiamo con la necessità di individuare in tempi brevi la squadra da presentare alle elezioni del 2023, ma i nomi devono essere decisi insieme. E ora è decisamente presto», la sostanziale risposta dei big del Pd «sondati» in vista del voto.
La visita a domicilio
L’ultima tappa dell’aspirante fascia tricolore è stata «a dimora» dell’ex vicesindaco Lorenzo Porzio: una visita informale, insieme a Massimo Meo, all’azienda di corallo e cammei guidata dall’imprenditore-politico – storico punto di riferimento della Cgil all’ombra del Vesuvio – finalizzata a capire il proprio «indice di gradimento» con la corrente di riferimento dell’ex capogruppo del Pd in consiglio comunale. Non propriamente dolce, il retrogusto del caffè sorseggiato all’interno dell’hotel Sakura: Luigi Mennella avrebbe incassato la disponibilità al dialogo e ampie rassicurazioni sulla comune volontà di evitare le «guerre del passato» per cambiare decisamente registro. Ma, relativamente a nomi e candidature, il discorso è stato rinviato al prossimo autunno. Come da collaudato «copione» in dimora Pd.
Lavoro e politica
Il caffè con l’ex presidente del consiglio comunale Michele Polese – erede di Salvatore Polese, sindaco Dc degli anni Novanta – è stato consumato, invece, a ridosso del tribunale di Torre Annunziata. Una veloce chiacchierata – evidentemente «introduttiva» dei prossimi passaggi – conclusa dal figlio d’arte, particolarmente «gradito» all’onorevole Lello Topo, con un messaggio chiaro: «Non ci sono preclusioni di sorta. Se i vertici provinciali e regionali del Pd dovessero indicare il tuo nome, ti sosterrò senza indugi. E mi auguro valga il viceversa». A buon intenditore, poche parole.
Il taglio del nastro
Entro fine mese, intanto, sarà inaugurata ufficialmente la stanza presa dal Pd come propria «sede» all’interno del circolo sociale Guido Mazza. Un taglio del nastro a scoppio ritardato per consentire la partecipazione del segretario provinciale Marco Sarracino – in questo periodo impegnato con i ballottaggi dei Comuni al voto – praticamente sparito dalla città del corallo da tre anni.
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Alberto Dortucci , 2022-06-16 09:28:54 ,