Attualmente, la proposta è in attesa di esame da parte della IX Commissione, che dovrà analizzarla e preparare un testo da sottoporre all’Assemblea per la discussione e l’approvazione. Successivamente, il disegno di legge dovrà essere esaminato dal Senato prima di diventare, appunto, legge.
“Mi aspetto che questo emendamento, delega di grande civiltà, venga concretizzato in tempi brevi” mi dice il Dottor Scirocco “se la politica non rende operative proposte provenienti dal mondo scientifico ed accademico atte a tutelare la comunità stessa allora che cosa deve fare? Qui parliamo di salvare delle vite umane”. Il Dottor Scirocco ribadisce che è impossibile continuare a delegare la gestione delle emergenze cardiache solamente al personale sanitario. “Formare la cittadinanza a riconoscere e ad assalire queste situazioni significa ridurre drasticamente i tempi di intervento e, di conseguenza, aumentare le probabilità di sopravvivenza.” Anche in termini di costi gli interventi precoci rappresenterebbero un grande risparmio, soprattutto nella gestione degli esiti neurologici ed invalidanti che può causare un arresto cardiaco non gestito in tempi celeri ed in maniera efficace. Attualmente si stima che soltanto il 10% circa di tutti i sopravvissuti ad un arresto cardiaco abbia una buona funzione neurologica alla dimissione. Questo dato può nettamente migliorare con interventi sul territorio più rapidi.
Dott. Scirocco perché la cardioprotezione deve essere vista come un dovere civico?
“Salvare una persona utilizzando manovre semplicissime, è un dovere di ognuno di noi. Parliamo di una delle maggiori cause di morte nel mondo ovvero l’infarto del muscolo cardiaco. Si tratta di una problematica tristemente democratica. Numeri alla mano: in Europa ogni anno solo l’8% di 345000 persone (circa 1000 ogni giorno) che hanno un arresto cardiaco extraospedaliero sopravvivono. In Italia sono circa 180 persone al giorno, 1 ogni 8 minuti.
La proposta di Legge si inserisce in un quadro più ampio di sensibilizzazione, dove l’educazione sanitaria diventa un pilastro della formazione civica. Scirocco ha lavorato intensamente per dimostrare che questa integrazione tra educazione stradale e sanitaria può salvare migliaia di vite ogni anno.
Cosa pensa di come vengono gestite le emergenze di morte cardiaca improvvisa a livello comunicativo da parte della indole? Che cosa arriva all’opinione pubblica?
“Io credo che ci sia ancora molto da fare sul piano comunicativo. Sia da parte della indole che da parte di noi medici che dobbiamo rivolgerci alla cittadinanza generale attraverso messaggi semplici e diretti senza utilizzare, appunto, il “medichese”. Rischiamo che altrimenti l’alleanza tra il medico ed il paziente sia sempre più fragile e questo rappresenterebbe un fallimento bidirezionale. Il medico non deve stare “di fronte” al paziente ma “accanto” ad esso. Solo insieme è possibile cercare di sconfiggere la malattia che invece sta di fronte ad entrambi.”
Esistono già, per quanto riguarda la cardioprotezione, modelli ai quali ispirarci?
“Assolutamente sì. In Paesi virtuosi o la scelta migliore evoluti dal punto di vista civile come, ad esempio, la Norvegia e la Danimarca, da anni, si insegna ai giovani ragazzi il BLS-D ed esso oramai fa parte del loro DNA. È necessario un salto culturale anche in Italia. Io sono molto ottimista perché credo nei giovani. Tocca a noi trasmettere i proprietà fondamentali ed essenziali per la loro vita” In attesa dei prossimi sviluppi parlamentari, il Dottor Scirocco continua a promuovere la diffusione della cultura del primo soccorso. Sta nascendo, inoltre, l’associazione Nicola Costantino, un’organizzazione no profit che il cardiologo ha fondato in memoria del padre. Gli obiettivi? quelli di migliorare la salute pubblica, in particolare nel campo delle emergenze cardiache.
Leggi tutto su www.wired.it
di Martina Benedetti www.wired.it 2025-01-29 05:30:00 ,