Il prompt engineer è probabilmente una delle figure specialistiche più richieste del momento, poiché consente di sfruttare al meglio i nuovi servizi di intelligenza artificiale generativa. In genere è una persona che conosce la programmazione e sa destreggiarsi con modelli linguistici di grandi dimensioni (large language models, Llm) come quelli alla base di ChatGpt di OpenAi e Bard di Google. Nel dettaglio il termine prompt è relativo all’azione di input che si fornisce in modalità testuale a uno strumento di intelligenza artificiale di questo tipo per ottenere una risposta.
“Il prompt engineer lavora su progetti di elaborazione del linguaggio naturale [Natural language processing, ndr] e allena gli algoritmi di Ai fornendo loro set di testi conversazionali. Precisamente, il prompt engineer si occupa di fornire ai tool di Ai descrizioni, contesti, vincoli e regole specifiche, così che tali strumenti possano poi restituire risposte altrettanto precise“, spiega a Wired Giorgia Cazzulani, direttrice esecutiva di Techyon, società leader nella ricerca di personale It.
Questo nuovo profilo professionale è una figura chiave poiché la diffusione degli strumenti che utilizzano l’intelligenza artificiale, come Midjourney, Jasper.Ai o CopilotX, sta aumentando esponenzialmente nelle imprese. Perché la reale svolta rispetto al passato è che queste tecnologie sono in grado di supportare qualsiasi tipologia di business nell’acquisire vantaggi competitivi, soprattutto in relazione all’opportunità di fornire in breve tempo servizi sempre più efficienti e personalizzati. “Ne consegue che le aziende sentono il bisogno sempre maggiore di assumere collaboratori che possiedano competenze digitali sempre più avanzate, così come profili altamente specializzati nel campo dell’informatica in generale e dell’intelligenza artificiale“, puntualizza l’esperta.
Negli Stati Uniti cercano linguisti
All’estero, soprattuto negli Stati Uniti, pare essere diventato secondario avere o meno una laurea in ingegneria informatica o capacità di programmazione avanzate. Piuttosto, si guarda a chi sa mettere le mani nel cofano: chi conosce la lingua. Il magazine Time mesi fa ha raccontato il caso emblematico di Anna Bernstein, uno dei prompt engineer della società di intelligenza artificiale generativa Copy.ai di New York, che scrive prompt testuali per generare post su blog e mail di vendita accurate, convincenti e con informazioni corrette. Bernstein approfitta di un mix di competenze che esulano dal percorso formativo tradizionale di questo settore, perché si è laureata in letteratura e lingua inglese, ha svolto poi l’attività di copywriter e di ricercatrice storiografica.
Ecco spiegato il motivo per cui le società di Ai che cercano prompt engineer sottolineano l’importanza di una profonda comprensione della linguistica, oltre che competenze delle strutture della tecnologia Llm e conoscenze del dominio specifico di azione. LinkedIn ha confermato alla testata statunitense che il numero di post relativi ad Ai generativa è aumentato di 36 volte rispetto al 2023 e il numero di offerte di lavoro con riferimenti a Gpt è aumentato del 51% tra il 2021 e il 2022.
In Italia la laurea informatica è un must
Secondo Techyon in Italia la richiesta è di professionisti con una laurea in informatica o ingegneria informatica, che magari hanno conseguito master in Ai e machine learning. Le aziende li impiegano in modo fisso e come collaboratori. Cazzulani spiega, rispetto ai compensi, che “in Italia la Ral media di questi professionisti va dai 35mila ai 65mila euro circa all’anno. All’estero, invece, queste figure sono già maggiormente richieste e il compenso risulta essere nettamente più alto. Negli Stati Uniti si può arrivare a 200mila dollari“.
Oltre alle grandi aziende (tra le ricerche in corso, quelle di Accenture, Stellantis e Philip Morris ma non solo), la prospettiva futura è che anche pmi e startup diventino sempre più attive nell’assumere prompt engineering. “Quello dell’intelligenza artificiale è un campo in costante crescita e offre molteplici opportunità di carriera in diversi settori. In Italia ci sono numerose università, fisiche o online, che offrono svariati corsi e master in Ai. Esistono, poi, molte piattaforme di e-learning che possono aiutare a comprendere i concetti chiave del prompt engineering“, spiega Cazzulani.
Senza contare la crescente offerta online gratuita: a partire dalla stessa pagina di best practices di OpenAi, il corso gratuito introduttivo al machine learning e le lezioni online della Stanford University, il corso di prompt engineer per sviluppatori realizzato da DeepLearning.ai e persino i corsi open source sulla comunicazione di Learn Prompting. Il consiglio degli esperti è di sviluppare competenze in ambito di programmazione, ma anche conoscenza dei principi e delle tecniche di machine learning e deep learning così come la comprensione di concetti statistici e matematici.
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di Dario d’Elia www.wired.it 2023-08-18 04:30:00 ,