L’ex sindaco di Roma: «Nel 2001 fui contattato da Shimon Peres che mi chiese di organizzare incontri in segreto con i palestinesi»
Scrivo mentre ascolto una ragazza israeliana di venti anni raccontare che non sa più nulla della sua famiglia, che ha visto suo fratello, poco più di un bambino, portato via dai terroristi di Hamas. Scrivo mentre un’altra giovane, piangendo, descrive le immagini, postate su Facebook dagli assassini, del martirio di sua nonna. Scrivo sapendo che la follia dell’assalto di sabato, non altro, ha provocato la tragedia di altri bambini, di altre famiglie innocenti a Gaza e una scia di dolore, disperazione, reciproco odio che durerà per decenni e scaverà solchi ancora più profondi tra due popoli.
L’attacco di Hamas segna una pagina di sangue e di orrore che non può tollerare giustificazioni o equidistanze. Essa porta il mondo intero sull’orlo di una crisi dalle possibili, spaventose, conseguenze. Mentre ascolto queste voci, vedo questi volti, mi tornano in mente i giorni di più di venti anni fa. E la circostanza, di cui sono stato privilegiato testimone, dell’ultima volta che israeliani e palestinesi hanno sottoscritto insieme un documento che immaginava una soluzione stabile per quell’area.
Ero da poco tempo, tre mesi, stato eletto sindaco di Roma. Fui contattato in gran segreto da Shimon Peres, allora ministro degli esteri di Israele, del quale ero amico. Peres, che era molto diverso da Nethanyau,…
Author: Walter Veltroni
Data : 2023-10-12 18:25:25
Dominio: www.corriere.it
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